Carmilla Karnstein

Carmilla Karnstein
Benvenuto nel mio castello

venerdì 18 febbraio 2011

The Monk (Il Monaco) di M.G.Lewis

Parliamo di un capolavoro.
M.G.Lewis scrive The Monk a vent'anni:in una lettera alla madre,alla fine del 1794,dice di averci lavorato soltanto dieci settimane,anche se appare evidente,dalla complessità e densità intertestuale e dalla rielaborazione di modelli messa in atto in quest'opera così straordinariamente innovativa,che la composizione del libro va indietro nel tempo,almeno agli anni durante i quali l'autore,nato a Londra nel 1775,in una ricca famiglia proprietaria di vaste tenute in Giamaica,proseguì a Weimar,in Germania,gli studi iniziati ad Oxford.
Gli anni di Weimar appaiono molto importanti per la formazione culturale e letteraria di Lewis,il quale fonde gli stimoli e gli insegnamenti della cultura tedesca con una conoscenza profonda della letteratura inglese,soprattutto di quel filone fantastico e gotico che nell'ultimo decennio del 700 è al massimo della diffusione e del successo.
In quegli anni infatti appaiono le opere più importanti di Ann Radcliffe,The Mysteries of Udolpho e The Italian( 1794 e 1797);inoltre,nello stesso periodo appaiono traduzioni di gotici tedeschi come,ad esempio,The Necromancer e Horrid Mysteries.
Le traduzioni più fortunate e gli elementi dei gotici tedeschi che vengono privilegiati in Inghilterra sono quelli che hanno a che fare con il soprannaturale ed il terrificante e rispondono ad un gusto sempre più accentuato per le forti sensazioni,per l'orrore provocato da fantasmi,presenze diaboliche,descrizioni di tormenti e morti violente.
Insieme a quelli che resteranno come capolavori della letteratura fantastica,Il Monaco,al contrario della massa dei romanzi ripetitivi e insulsi,destinati al plagio di imitatori mediocri,segnala ed esprime più di tutti la fase conclusiva di un periodo di disagio e di inquietudine profondi,che non trovano più alcuna esorcizzazione e consolazione nel ritorno al razionale.
Cio che colpisce immediatamente ne Il Monaco,e ne ha determinato nel tempo il rifiuto o l'esaltazione,è la sua carica dirompente e distruttiva,la sua trasgressività sia rispetto al modello letterario che ai valori culturali.Al momento della pubblicazione,nel marzo del 1796,viene accolto da uno straordinario successo,tanto che il suo autore verrà da quel momento identificato come "Monk"Lewis.
Tuttavia non mancarono le critiche di immoralità,derivate dalla posizione sociale di Lewis che,diventato in quel periodo membro della Camera dei Comuni,e dunque personaggio pubblico, era capace di influenzare più autorevolmente i lettori e di compiacere i giovani con quella che venne definita senza mezzi termini,pornografia.In realtà quello che sconvolse i benpensanti ed i borghesi,fu l'impatto straordinariamente libertario del romanzo,l'erosione che fa delle massime istituzioni(la chiesa e la famiglia),l'erompere dell'"io" sotto la spinta di pulsioni incontrollabili,lo spirito rivoluzionario che lo anima.
Questo è il carattere,il senso del romanzo,che rimangono inalterati dopo l'edizione corretta cui il mite e (troppo) disponibile Lewis si piega per far cessare il violento attacco della critica borghese e della stampa moralistica.Nel 1798 esce una versione castigata del romanzo,dalla quale è scomparso il pezzo più incriminato,quello sulla Bibbia,si modificano alcune parole troppo esplicite,vengono addolcite le scene di seduzione di Matilda nei confronti del monaco,sono eliminate alcune crudezze ed alcune scene macabre vengono tagliate.
Il romanzo,dopo questa edizione continuò ad essere letto e ammirato,come dimostrano le molte versioni ridotte che il mercato continuava a produrre.E anche se edizioni e riduzioni accontentavano il gusto di un pubblico attirato proprio dalle accuse di oscenità dirette al romanzo,non mancarono i lettori qualificati,tra questi la madre di Shelley.
L'interesse del mondo letterario è rivelato dai numerosi rifacimenti e dalle trasmodalizzazioni dell'opera,incessantemente rielaborata e riproposta.La storia di Raymond e Agnes viene ripresa in una pantomima del Farley;nel 1798 Boaden,figura di spicco del teatro inglese dell'epoca,mette in scena Aurelio e Miranda,un dramma in cinque atti,nel quale Ambrosio(il monaco)è trasformato in un peccatore presto redento che finisce per sposare Matilda con una soluzione borghese che esclude tutti gli elementi soprannaturali e orrorifici e,ovviamente, le loro implicazioni simboliche.Neanche a dirlo,il dramma non accontentò i benpensanti che ritennero la storia comunque immorale.
Drammi e balletti vengono ispirati anche da parti de Il Monaco,specialmente dalla ballata "Il nobile Alonzo e la bella Imogene",che Lewis trae dalla Leonore di Burgher,cambiando vari elementi e aggiungendone altri,specie quelli più sensazionali e macabri,e facendone una storia particolarmente paurosa.
La profonda diversità de Il Monaco rispetto al romanzo gotico è nel non rispettare un paradigma narrativo fisso e una serie di schemi invariabili.Si pone come opera intermedia tra i circuiti letterari inglese e tedesco,anche se non trascura altri apporti,e unisce narrativa fantastica inglese,a cominciare da The Castle of Otranto di Walpole,con i Ritter-Rauber-und Schauer-Romane che combinano elementi dello Sturm und Drung e della letteratura popolare,specialmente le ballate sugli spettri,le storie macabre e paurose,i racconti di magia nera,questi ultimi raccolti in opere di Wiegleb,Funk,Keller.
L'operazione di fusione compiuta da Lewis non si limita,come nei gotici orridi a lui contemporanei,ad una semplice ripresa e imitazione,ma è frutto di un'accurata selezione ed elaborazione testuale;è il caso dell'interazione con il Faust di Goethe,dal quale riprende la tragedia di Margherita,trasformandola,da una parte in quella di Antonia,dall'altra in quella di Agnes.Se da una parte il Faust di Goethe viene rifunzionalizzato come tragedia amorosa,dall'altra parte contribuisce alla complessità del personaggio di Ambrosio,dominato però non dalla sete di conoscenza ma dalle proprie pulsioni ed energie represse.
Ai richiami al Faust di Goethe si sovrappongono,nel protagonista,quelli del Faust di Marlowe,oltre che ai tragici eroi del teatro elisabettiano.Iinoltre,l'atroce fine di Ambrosio trova riscontro nella terribile condanna del Faust di Marlowe,trascinato all'inferno da Mefistofele.Ed è proprio la punizione cui viene sottoposto Ambrosio che ne fa risaltare l'ambiguità,trasformando il carnefice in vittima,e rivelandolo come un essere solo,altrettanto dell'innocente Antonia così brutalmente violentata e uccisa,in un universo mai benigno e mai salvato dalla presenza o dall'intervento divino,dove è unicamente il male a intervenire nella vita umana in concrete e potenti forme demoniache.
Non solo:riferimenti e richiami al dramma della forzata monacazione,che si ritrova in testi ben noti a Lewis,soprattutto Les Victimes Cloitrees di Boulet de Monvel del 1791,o Le Couvent,ou les Voueux Forcès di De Gouges del 1793,accentuano l'ambiguità di Ambrosio,facendone una vittima dell'isolamento e della negazione degli istinti più naturali imposti da una società e da una istituzione repressive e crudeli.I riferimenti a tali opere gettano un'uguale ambiguità sulla figura della Monaca Sanguinante,macabra protagonista di Die Entfuhrung di J.K.A.Masaus,altra fonte di Lewis,costretta ad una forzata monacazione,e così spinta,in vita,verso la depravazione ed il delitto,e in morte ad emergere dall'inferno con la sua terrorizzante ed angosciante presenza.
Il paradigma della persecuzione è presente ne Il Monaco con esiti ed implicazioni mai rassicuranti,proliferando e insinuandosi in ogni storia,ripetendosi ossessivamente:il demonio,nelle forme ingannevoli di Matilda,tenta e perseguita Ambrosio;Ambrosio perseguita Antonia;la Monaca sanguinante,a sua volta perseguitata,causa la rovina di Agnes e tormenta Raymond;la badessa,crudele con Agnes,è vittima dell'orrenda vendetta della folla;neanche la morte interrompe la catena delle persecuzioni,ma anzi i fantasmi ritornano,presenze terrorizzanti che non lasciano pace ai vivi.Nessun luogo è sicuro in questo mondo sconvolto,profondamente turbato,minacciato:nè la chiesa,nè il convento,alla cui superficiale bellezza o armonia corrispondono,nelle profondità sottostanti,violenza e dolore,nè la natura,che nasconde insidie e pericoli.Come il personaggio di Ambrosio esemplifica,l'uomo è tragicamente irriconciliabile con se stesso,dilaniato da quella scissione profonda che anticipa l'angoscia del Frankenstein,creato da un'altra ventenne,Mary Shelley,soltanto un decennio più tardi.
L'insicurezza di un mondo inquietante e minaccioso si esprime nelle metamorfosi e nelle trasformazioni che si succedono incessantemente nel romanzo,il soprannaturale irrompe nel naturale,figure immaginarie invadono il mondo quotidiano,l'occulto diviene visibile,i sogni e gli incubi si fanno realtà.
Il romanzo sentimentale ed i motivi ad esso collegati,derivati dalla tradizione narrativa del romance,invece di raccontare una storia d'amore,sono deviati in racconto macabro,in ballata sinistra,in storia di fantasmi.La vicenda del trovatello scomparso,tratta dal racconto popolare,sfocia in quella di Ambrosio,che,invece di portare a un riconoscimento che ripristina armonie affettive e familiari,lo rivela protagonista di uno stupro incestuoso e di un matricidio.
L'avventura di tipo picaresco di Raymond si cambia in una sorta di pericoli e di prigionia ed in un angoscioso racconto di fantasmi.Il romanzo d'amore con Agnes dovrà passare,prima di un improbabile lieto fine,attraverso gli spaventosi sotterranei del convento dove il loro bambino è morto e la ragazza ha rischiato,come Antonia,di morire di stenti e di terrore tra scheletri e cadaveri in decomposizione.
La doverosa punizione del colpevole,che conclude la vicenda nelle favole e nei racconti,ristabilendo giustizia ed armonia,si risolve nel supplizio orrendo di Ambrosio,e in una esplosione di furia omicida nella quale il convento viene raso al suolo e la badessa è smembrata da una folla inferocita.
Proprio quest'ultimo episodio,evocativo della presa della Bastiglia e dell'inizio della Rivoluzione Francese,esplosione incontrollabile di una violenza troppo a lungo contenuta,conferma il riferimento,al di là dei valori simbolici,a fatti storici sconvolgenti,al sovvertimento violento di un mondo,a una dirompente e tragica esigenza di liberazione.
Dietro una buona dose di pedanteria e curiosità,ma anche garbo,misura,generosità e umanità,Lewis nasconde,o piuttosto maschera,un profondo travaglio interiore che non riguarda soltanto le istanze emergenti del movimento romantico,ma il lavoro dell'artista,lacerato da ambiguità simili a quelle che tormentano il suo protagonista.Il Monaco infatti è denso anche di implicazioni metaletterarie,e la scrittura vi è simbolicamente riflessa come suprema trasgressione,libertà assoluta,che sfida ogni regola e ogni limitazione e oppone al razionale e all'esplicabile lo scatenarsi del fantastico,la vittoria della finzione.Lewis infatti dice:
<< La professione dello scrittore è una mania che nessuna ragione è tanto convincente da piegare >>
Muore nel 1817,al ritorno da un viaggio in Giamaica,colpito dalla febbre gialla a soli 42 anni dopo alcuni giorni di grandi sofferenze.Essendo ancora lontana la costa,fu sepolto in mare,ma la sua bara perse i pesi che avrebbero dovuto trascinarla a fondo,e si mise a danzare sui flutti,allontanandosi in direzione della Giamaica.Una dipartita inquietante,ma del tutto degna di Monk Lewis!

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