Carmilla Karnstein

Carmilla Karnstein
Benvenuto nel mio castello

domenica 18 dicembre 2011

LA VECCHIA DELL'ACETO

Anna o Giovanna Bonanno era nata all'inizio del 700 a Palermo,una città come tante,piena di poveri e illetterati che non aspettavano altro che essere ingannati.Con questo spirito crebbe Anna,una poveraccia che, a differenza dei suoi simili,sapeva leggere,e grazie ad alcuni libri donati dalla nonna,aveva imparato ad imbrogliare la gente sciocca e superstiziosa che le stava attorno.Per anni campò come meglio poteva vendendo intrugli,pozioni d'amore,filtri per risvegliare la virilità o per annullare il malocchio.
Diventata vecchia fece una scoperta che le cambiò la vita.Una bambina aveva ingerito per sbaglio qualcosa che le aveva procurato forti spasmi quasi mortali,era una sostanza per eliminare i pidocchi;Anna si recò dallo speziale e ne comprò una dose facendosi anche spiegare da quali elementi fosse composta:aceto e arsenico.Pare che l'abbia sperimentata anche su di un cane che morì in pochi minuti.
Tempo dopo si presentò da lei tale Angelina,stufa del marito,la vecchia le consegnò un'ampolla contenente il fantomatico aceto,le disse di versarne qualche goccia regolarmente nei pasti dell'uomo.Il malcapitato morì lo stesso giorno.Ma in breve tempo una strana catena di morti si abbattè nella zona,ed Anna divenne improvvisamente temuta e riverita da tutti.
La sua complice,Maria Pitarra,acquistò una pozione.All'insaputa di Anna era destinata al figlio di una sua amica,tale Costanzo.Venuta a sapere la questione la vecchia tentò di mettere in guarda la conoscente,appurando anche che era stata sua nuora a commissionare l'intruglio.La Costanzo finse di volere anche lei un'ampolla così da rendere pan per focaccia alla nuora,ma al momento della consegna si presentò con quattro testimoni e Anna Bonanno,la vecchia dell'aceto,fu imprigionata.
L'inchiesta iniziò nell'ottobre del 1788,l'accusa era molto grave:stregoneria.Anna venne condotta nella stanza degli interrogatori,vestita con una tonaca bianca,rasata a zero,fu sottoposta alla tortura della corda,la più praticata.La poveretta cedette subito al dolore e confessò.La corte sentì molti testimoni,tra cui lo speziale che le forniva la mistura,e il giudizio fu unanime:condanna a morte.
Era il 30 luglio,il corteo con la carretta sulla quale era legata Anna attraversò le strade di Palermo facendosi strada a fatica tra la folla,intanto a piazza Viglieno il boia l'aspettava sul patibolo.La gente si era appostata in quella piazza da ore.Giunti a destinazione venne affidata al boia,il quale la fece salire su uno sgabello,le infilò la testa nel cappio e poi diede un calcio allo sgabello.
A questo punto tra la folla più di qualcuno comincia a sentirsi male apparentemente senza alcun motivo,altri si gettano a terra impauriti non si sa da cosa,altri saltano sul patibolo come ossessi,strappano lembi della tonaca della morta,ne profanano il cadavere,strappano denti,unghie...un attacco improvviso di barbarie inspiegabile.Da questi gesti poco chiari probabilmente nacque la leggenda della vecchia dell'aceto,che in seguito divenne lo spauracchio dei bambini,quando i genitori,per spaventarli,dicevano loro che lì fuori c'era la vecchia dell'aceto pronta ad ucciderli.

Olimpia Maidalchini la Pimpaccia

Olimpia nasce a Viterbo nel 1594,suo padre era un uomo d'affari appartenente alla famiglia Sforza Maidalchini,mentre la madre apparteneva alla nobile famiglia Gualtiero.Dato che era la quarta figlia,dopo un maschio e tre femmine,si decise,come di consuetudine,di destinarla al convento,ma la giovane non aveva certo un carattere remissivo,era decisa ad avere un posto nella buona società,così escogitò un piano astuto.Quando suo padre la affidò ad un sacerdote per la preparazione spirituale Olimpia lo accusò di aver tentato di usarle violenza carnale,ne susseguì uno scandalo e suo padre fu costretto a cercare di trovarle marito.
A 16 anni fu data in sposa a Paolo Ninni che la lasciò vedova dopo tre anni con solida eredità.Poichè era una donna molto intelligente e furba,riuscì a muoversi con grande naturalezza nella difficile società romana alla ricerca di un buon partito che la facesse entrare nella classe patrizia.
Un ottimo partito era Pamphilio Pamphilij,discendente di una nobile famiglia romana ricca di titoli nobiliari ma non troppo ricca di danaro;l'uomo aveva 50 anni e lei poco più di 18.L'unione dunque era favorevole per entrambi,anche perchè Olimpia era ricchissima,tantochè aveva favorito l'ascesa ai vertici ecclesiastici del fratello di questi,Giovanni Battista con prestiti in denaro,fino a farlo diventare papa col nome di Innocenzo X. Da quel momento il suo potere divenne immenso.
Iniziarono però anche a circolare voci intorno alla donna,voci che tessevano lentamente la sua leggenda nera;c'era chi diceva che era l'amante del papa e per avere credito presso di lui bisognava prima passare per lei,chi diceva che aveva una smodata avidità per il denaro,che facesse la cresta sulle spese della santa sede,chi giurava che favorisse un losco giro di prostituzione dal quale ricavasse denaro....
Pasquino,la voce parlante di Roma,argutamente proferì:
"Chi dice donna dice danno
chi dice femmina dice malanno
chi dice Olimpia Maidalchini dice donna,danno e rovina ".
Pare che fu proprio Pasquino a darle il soprannome di Pimpaccia,creando un gioco di parole con Olim-pia,nunc impia:cioè una volta pia adesso impia,cioè l'opposto.
Fu lei che permise al Bernini la realizzazione della fontana di piazza Navona,non senza averci guadagnato un bel modellino in argento!



Nel 1639 il marito morì.Ovviamente c'è chi dice che sia stata lei ad avvelenarlo,ma in realtà il poverino era ottantenne,quindi nulla di strano in questo decesso.Divenuta vedova ancora una volta,il papa la nominò principessa feudataria.Nel 1655 il papa morì,e,a quanto si mormorò,lei si impadronì di tutto ciò che possedeva,tra cui due casse di monete d'oro;non volle neanche partecipare alle spese del funerale,si dice che il papa restò un giorno intero senza essere composto in una bara fino a che il suo maggiordomo non pagò di tasca sua quattro tavole di legno.
La morte del suo protettote mise fine al suo grande potere.Era riuscita a far eleggere suo figlio Camillo cardinale,ma questi rinunciò alla porpora per sposare Olimpia Aldobrandini,la figlia del principe Borghese.Il successivo papa,Alessandro VII,la allontanò da Roma,costringendola ad un esilio forzato nelle campagne viterbesi.La peste del 1657 se la portò via.
Si mormora che lasciò agli eredi una cifra astronomica.Da quel momento in poi nacque la sua leggenda.
Si diffusero voci secondo le quali il suo fantasma,la sera del 7 gennaio,data della morte di Innocenzo X,corresse su una carrozza in fiamme per piazza Navona,poi attraversasse il Tevere dove sprofondava tra i biondi flutti.
Nel bene o nel male Olimpia fu una donna astuta che,in un mondo dominato da uomini,riuscì a costruirsi una vita come più le piaceva,sfruttando ogni dote possedesse per innalzarsi economicamente e socialmente in una corte,quella romana,notoriamente spietata,dimostrando che anche una donna può essere al pari di un uomo.

venerdì 16 dicembre 2011

IL PITTORE MALEDETTO

Giovanni Bragolin.All'anagrafe era Bruno Amadio,veneto.La sua data di nascita è stata collocata tra il 1890 e il 1900.Si era trasferito in Spagna a Siviglia durante la dittatura fascista,ed era piuttosto sfortunato come pittore,pare non vendesse molto.Ad un certo punto,non si sà perchè,iniziò a dipingere bambini che piangono.Secondo indiscrezioni pare che si recasse in un orfanatrofio per scegliere i modelli...neanche a dirlo che tempo dopo l'orfanatrofio finì misteriosamente in fiamme!
Facendo un salto temporale (anche perchè dopo l'arrosto di bambino di Bragolin non se ne sente più puzza),arriviamo agli anni ottanta.Molte stampe di questi bambini che piangono iniziano a circolare per l'Inghilterra,ma circolano anche strane voci su strani fenomeni legati all'arrivo in casa di questi quadri.Nei casi più fortunati il quadro dondola da solo sul muro,cambia posto,sembra animarsi...insomma,nulla di esageratamente preoccupante.In altri casi,molti e accertati,in queste case scoppiano strani incendi,apparentemente dovuti a nulla.
Il Sun riporta alcune interviste ai pompieri che si erano occupati di spegnere gli incendi in questione;a detta degli esperti del fuoco,gli incendi non solo risultavano anomali perchè apparentemente non dovuti a cause imputabili alla casa o al dolo,ma erano anche bizzarri,poichè avevano bruciato ogni oggetto in quelle abitazioni tranne un quadro raffigurante un bambino che piange.A questo punto pare che il Sun stesso,raccolte varie testimonianze di pompieri e civili,mandasse in stampa un appello rivolto alla popolazione:chiunque possedeva in casa un quadro o una stampa raffigurante un bambino che piange,doveva liberarsene subito per la propria incolumità.
Resta il fatto che nessuno conosce il perchè questi bambini che piangono sono così jettatori,e tantomeno perchè questo Bragolin li dipingesse così ossessivamente.Qualcuno ha parlato di patti col diavolo,possessione...le solite storie.La verità però ancora non è emersa e in questi casi non emerge mai,almeno con chiarezza.
Sicuramente un quadro raffigurante un bambino che piange non è poi un soggetto tanto bello da esporre in casa,poi se porta pure rogna...Dunque,per farla breve,evitate di comprare una stampa o una tela con un bambino che piange,potreste piangere voi al suo posto dopo,e controllate se ne avete una in soffitta,magari  non è il caso di buttarla...fate un bel regalo di Natale ad un "caro amico"....

martedì 13 dicembre 2011

MOTHMAN - L'UOMO FALENA

Sovente capita di guardare le cose con la coda dell'occhio e ovviamente credere di aver visto qualcosa di strano;a me capita più che spesso,ma non è preoccupante!Quando poi si ritorna ad osservare l'oggetto per una seconda volta ci si accorge,con sollievo direi,che non era esattamente la cosa tremenda che pensavamo. Non starò qui a spiegare come ho fatto a scambiare un piccione per Mothman,ma la posa era alquanto singolare,e l'orario,il crepuscolo,era particolarmente adatto per certe visioni....al resto ha pensato il mio cervello troppo predisposto a certe cose!Ma cerchiamo un attimo,insieme di ripercorrere questa storia per date e fatti.
  • 12 novembre 1966  Alcuni uomini stavano lavorando in un cimitero nei pressi di Clendenin,quando scorsero tra gli alberi vicini una figura umana,di colore marrone,dotata di grosse ali sollevarsi in aria.
  • 15 novembre 1966  Due coppie attraversavano in automobile la zona in cui sorgeva una vecchia fabbrica in disuso;viste due strane luci rosse vicino al cancello,decisero di dare un'occhiata.Fu così che si trovarono davanti agli occhi luccicanti di un grosso animale di forma umanoide,alto circa due metri con le ali ripiegate sulla schiena.Terrorizzati ovviamente si diedero alla fuga con l'automobile,e questa creatura li seguì fin quasi al centro abitato di Mason County,dove raccontarono l'accaduto allo vicesceriffo Halstead,il quale,successivamente dichiarò che i giovani in questione erano bravi ragazzi noti a tutti,e che davvero erano stati spaventati da qualcosa o qualcuno.Iil nome Mothman si deve ad un giornalista appassionato di Batman che,all'epoca dei fatti,si occupò della faccenda.C'è da dire che si verificarono altri avvistamenti nei pressi della fabbrica nei giorni a seguire.
  • Dicembre 1967  A Point Pleasant crolla un ponte nell'ora di punta: alcuni credono che il Mothman abbia voluto avvisare la popolazione di questa sciagura,e accrescono le teorie che lo vedono messaggero di catastrofi.Non a caso per ben un anno la zona sarà teatro non solo delle scorribande della misteriosa creatura,ma anche di sciagure e strani avvenimenti.Molti sostennero la teoria secondo cui la zona era stata maledetta da un capo indiano assassinato a tradimento insieme al figlio dagli inglesi decenni prima....Certo è che secondo i nativi americani,nei pressi di Point Pleasant è ubicata una porta spazio-temporale,non nota ovviamente ai colonizzatori,porta da cui probabilmente sbucava fuori questo strano volatile.
C'è chi dice di aver visto volare Mothman sopra la centrale nucleare di Cernobyl...altri lo hanno fotografato sulle torri gemelle...Insomma,pare chiaro che compare prima di un disastro.Ma ci sono stati anche altri avvistamenti prima di questi,e non necessariamente negli Usa:
  • Londra 1837-1904  Molti segnalarono la presenza di una strana creatura,notevolmente alta,dall'aspetto di pipistrello o scimmia che spiccava lunghi salti nel vuoto
  • Contea del Kent 1966  Un giovane con i suoi compagni raccontò di aver visto una creatura alta e scura con ali ripiegate dietro la schiena
  • 2001 New Delhi  Il sindaco è costretto ad aumentare l'illuminazione in città perchè i cittadini hanno subito aggressioni notturne da parte di una strana creatura.
Per concludere,vero o non vero,a quanto pare è stato visto da parecchie persone.Su cosa sia in realtà preferisco non elencare le diverse teorie che lo vorrebbero o un alieno,o chissà cosa...Personalmente credo nella porta spazio-temporale,il Mothman viene fuori da lì,si fa un giretto,spaventa un pò di stupidi umani e se ne torna comodo a casa sua.Mi sembra l'ipotesi più semplice.A voi no?

mercoledì 14 settembre 2011

Il Ghoul

Il Dictionnaire Infernal di Jaques Collin de Plancy recita: "Ghoul:specie di vampiro arabo turchesco,maschio o femmina;si sposta con facilità tra aria e terra e ama frequentare i cimiteri.L'occupazione principale del ghoul consiste nel battere le campagne,far abbortire le donne incinte,succhiare il sangue dei giovani,divorare i cadaveri,urlare nel vento,aggirarsi fra i ruderi,gettare il malocchio,provocare sventure"
Per ricapitolare questo ghoul,oltre ad essere sicuramente brutto,nasce dalla cultura arabo islamica,e secondo questa è una creatura che vive nel deserto,un demone mutaforma che può assumere anche la figura dia animale,specialmente di iena,ma anche di essere umano.Viene accusato di dissacrare le tombe e nutrirsi della carne dei cadaveri o dei bambini piccoli.Inoltre attira i viaggiatori nella vastità del deserto per ucciderli e divorarli.
Come sappiamo(vabbè,io so,voi probabilmente no),nell'ambientazione dei racconti di Lovecraft,un ghoul e il membro di una razza notturna solitaria.In origine sono esseri umani che si trasformano in mostriciattoli bruttini in seguito all'abitudine di cibarsi di cadaveri umani.Anche se terrificanti,non sono mostri necessariamente malvagi;non uccidono poichè si limitano esclusivamente a cibarsi di chi è già morto.Niente sforzi per il ghoul,c'è già il cimitero insomma!

mercoledì 18 maggio 2011

Porte fra i mondi

Siamo a New York,precisamente in Times Square,il 15 giugno del 1950,sono le 23:10.La rappresentazione teatrale è terminata e gli spettatori escono in strada.Odono all'improvviso uno stridio di freni,c'è stato un incidente,qualcuno è stato investito, tutti si fermano a guardare incuriositi.A terra vedono un uomo dall'apparente età di trent'anni,vestito in modo piuttosto strano:pantaloni elasticizzati,scarpe lucide e nere con tacco rialzato e fibbia,camicia completa di chabot,una lunga finanziera ed un cappello a tesa:un tipico abbigliamento dell'800.
Arriva la polizia per gli accertamenti ed il cadavere viene portato via all'obitorio.Lì si passano a rassegna gli oggetti personali del defunto,anche loro piuttosto insoliti.Nel portafogli ci sono alcuni biglietti da visita a nome di Rudolf Fenz,delle ricevute intestate allo stesso nome per una somma pagata per la manutenzione di una carrozza,delle banconote in disuso da troppi anni ed una lettera recante il bollo postale con data giugno 1876.
Nessuno viene a reclamare il corpo,così il caso diviene di competenza del dipartimento persone scomparse ed è affidato all'ispettore Hubert V. Rihn.Sulla guida telefonica di New York non c'è alcun Rudolf Fenz,però su quella del 1939 c'è un Rudolf jr,ed a quanto pare la vedova abita ancora in quel posto.Il caso sembra essersi risolto con facilità.L'ispettore si reca all'indirizzo indicato e qui vi trova una gentile signora settantenne che non capisce il motivo della presenza dell'ispettore,dato che suo marito,un banchiere,è morto ormai da molto tempo,e di certo l'investito di Times Square non può certo essere lui.E non si tratta nemmeno del suocero,la cui età non potrebbe corrispondere,anche perchè costui era scomparso in circostanze misteriose nella tarda primavera,forse in giugno,del 1876!
Rihn,perplesso va via e si reca negli archivi per consultare la lista delle denunce di scomparsa del 1876,e nell'elenco compare realmente un Rudolf Fenz,di anni 29.Al momento della scomparsa,come testimoniato dalla moglie,l'uomo indossava una finanziera,scarpe con fibbia e cappello a tesa.Chi era dunque l'uomo investito?Era Rudolf Fenz finito dal 1876 al 1950 chissà come o uno scherzo finito male?Nessuno fino ad oggi è riuscito a venire a capo della faccenda.
La cosa più inquietante,a mio parere,non è il fatto che si possa attraversare materialmente la barriera del tempo e dello spazio,ma quanto più la possibilità di varcare questa soglia inconsapevolmente e all'improvviso,mentre magari passeggiamo per i fatti nostri.Direi quindi attenti a dove mettete i piedi!

sabato 30 aprile 2011

Il mistero di Roanoke

Di gente ne scompare parecchia,ma quando a svanire nel nulla sono 117 persone,tutte insieme,allora la faccenda puzza di mistero:è il caso di Roanoke.
La storia inizia nel 1584 quando Sir Walter Raleigh reclutò due esperti navigatori per inviarli nel Nuovo Mondo,il loro incarico era quello di individuare un luogo adatto ad ospitare la prima colonia inglese.Dopo numerosi sopralluoghi indicarono l'isola di Roanoke,al largo dell'attuale Nord Carolina,come il luogo più adatto,ignari delle spaventose tempeste che vi si abbattevano durante l'inverno.Ottenuta così l'approvazione della regina Elisabetta I,l'anno seguente si organizzò una spedizione con 7 navi e 150 coloni,guidata da Sir Richard Grenville e Sir Ralph Lane.Lo sbarco avvenne in inverno,non era quindi una stagione adatta alla semina,per questo motivo Granville dovette rientrare in patria per gli approvviggionamenti.
L'approccio con i nativi fu piuttosto brutale,a causa di un furto Lane fece uccidere il loro capo,così iniziò una guerriglia sedata da Drake in persona,ed il tentativo di colonizzare la zona fallì.
Ma ben presto si organizzò una nuova spedizione capeggiata da John White,il quale partì con 117 persone,tra cui sua figlia giunta quasi alla fine della gravidanza.Approdarono a Roanoke nel 1587.Degli abitanti precedenti furono ritrovate solo le ossa,erano stati massacrati dai nativi.White ripartì per l'Inghilterra per rifornirsi di materiali adatti alla costruzione di fortificazioni,e,sarebbe presto tornato se non fosse scoppiato il conflitto tra Inghilterra e Spagna che ritardò la sua partenza.
Una volta ottenuto il permesso di navigazione ripartì alla volta dell'isola,ma le sue navi vennero saccheggiate ed egli,costretto di nuovo a tornare indietro,fu costretto a rimanere in Inghilterra per tre anni:la flotta inglese necessitava dei suoi brigantini.
Finalmente,nel 1589 il Capitano William Irish riuscì ad organizzare una spedizione per portare non solo soccorsi ad i coloni di Roanoke,ma anche esplorare le coste vicine.Con lui si imbarcò anche White.Partirono il 20 marzo 1590 e giunsero sull'isola il 18 agosto.
Trovarono l'isola deserta,nessun cadavere,nessun segno di lotta.Gli effetti personali dei coloni erano ancora nell'insediamento.Incisa su una palizzata fu rinvenuta una parola:Croatoan.
La logica fece pensare che probabilmente gli scomparsi si erano insediati per qualche valido motivo nella vicina isola di Croatoan,ma le ricerche,continuate fino al 1607,non portarono a nulla,i coloni erano scomparsi nel nulla.
Nel 1709 un esploratore,John Lawson,visitò Roanoke,si intrattenne a lungo con le tribù locali di Croatoan che affermavano di avere antenati dalla pelle bianca;effettivamente molti di quella tribù avevano occhi e capelli chiari,ma l'ipotesi che i coloni fossero regrediti allo stato selvaggio in tre anni e uniti alle tribù indigene non convinse nessuno.
Nel 1937 nella Carolina del Nord fu rinvenuta una pietra sulla quale erano incisi strani simboli,una volta tradotti furono interpretati come un messaggio della figlia di White a suo padre.Negli anni successivi nella zona furono ritrovate altre pietre simili che raccontavano di uno strano viaggio compiuto dai coloni verso il sud.Un investigatore nel 1940 chiuse la vicenda scoprendo che le pietre erano uno scherzo,così la faccenda di Roanoke finì nel dimenticatoio.
Le ipotesi sulla scomparsa sono quattro:
1) i coloni furono massacrati dai nativi e sepolti in un altro posto;
2) i coloni vennero spazzati via da un uragano
3)i coloni morirono a causa della straordinaria siccità di quegli anni(testimoniata da alcuni studi compiuti sugli anelli di crescita degli alberi);
4)i coloni si mescolarono alle popolazioni indigene.
Tutte e quattro le ipotesi sono inverosimili secondo gli studiosi del caso.Se la colpa della sparizione è delle tribù indigene,perchè disturbarsi tanto a trasportare 117 cadaveri chissà dove e seppellirli?Li avrebbero lasciati dov'erano come avevano fatto in precedanza a monito per l'uomo bianco.L'uragano ha portato via con se i coloni?E perchè solo uomini e non costruzioni?Veramente poco credibile.
La siccità sarebbe una buona motivazione,ma perchè non sportarsi in un altro posto?Perchè non lasciare un messaggio più chiaro di quella parola,Croatoan,incisa su un tronco?Perchè poi abbandonare gli effetti personali ed andarsene così frettolosamente?Oltretutto White aveva lasciato ordini precisi da eseguire in caso di fuga improvvisa:lasciare una scritta seguita da una croce di malta.Perchè non seguire le istruzioni di White?
La quarta ipotesi sembra essere la più plausibile,ma se si pensa che stiamo parlando di 117 uomini la situazione cambia.Può essere possibile che qualcuno abbia sentito il richiamo della natura ed abbia voluto vivere a contatto con essa,ma sul serio 117 persone furono colpite da questo richiamo?Probabilmente alcuni devono per forza aver agito in questo modo,lo testimonia l'aspetto di quegli indigeni del luogo,ma gli altri?Chi non era d'accordo fu ucciso?E allora i corpi?
Rapimento alieno di massa?
Incrocio di campi magnetici che fa sparire nel nulla uno ad uno i coloni e li trasporta in un'altra dimensione?Questa ipotesi mi piace molto,mentre iniziano a sparire uno dopo l'altro i pochi rimasti decidono di unirsi alle tribù indigene.Potrebbe essere andata così,o forse no.Resta comunque un mistero molto affascinante.

lunedì 14 marzo 2011

Sawney Baine

Sawney Baine nacque nel 1370 nella contea di Lothian,ad una ventina di km da Edimburgo.I genitori erano dei contadini che passavano l'intera giornata nei campi aiutati dai figli,ma ben presto il giovane Baine si stancò di quella vita di duro lavoro per la quale non aveva alcun interesse,così lasciò la sua casa per girovagare di villaggio in villaggio come un mendicante.
Un giorno incontrò una ragazza di nome Agnes Black,che come lui si arrangiava come poteva per vivere.Tra i due ci fu subito intesa,entrambi infatti condividevano certe perverse inclinazioni sadiche che li resero compagni.Si stabilirono a Ballantrae,dove Agnes praticava la magia a scopo terapeutico e non,illudendo la gente poichè non era per niente avvezza al mestiere,tanto che,una volta scoperta,per timore di essere condotta al rogo con il suo complice,si decise ad abbandonare la città.
I fuggiaschi trovarono rifugio in una caverna lontano da tutto e da tutti sulla costa di Galloway.Questo posto umido e freddo era disseminato di strettoie quasi inaccessibili,e l'alta marea spesso impediva ai curiosi di addentrarvisi.Beane per sopravvivere andava in giro per le campagne alla ricerca di qualche viaggiatore o passante da depredare,e per evitare che potessero riconoscerlo uccideva i malcapitati,così da sbarazzarsi di ogni testimone.
Per alcuni anni i due tirarono avanti con i furti,ma,quando giunsero i primi figli,le loro esigenze cambiarono:la refurtiva non bastò più per sfamare tutti,perciò,entrambi,di comune accordo,decisero che la carne se la sarebbero procurata direttamente dai cadaveri delle loro vittime.
Nell'autunno del 1410 una coppia di contadini che passava sulla costa di Galloway fu assalita da Beane e consorte,i loro cadaveri vennero portati nella caverna e lì fatti a pezzi:alcune parti furono conservate in salamoia,altre trattate ed appese a ganci per essere consumate subito,mentre ciò che rimaneva veniva gettato in mare.
Col passare del tempo la famiglia crebbe,e,si allargò ulteriormente con una serie di incesti,fino ad arrivare a otto figli maschi,sei figlie,diciotto nipoti maschi e quattordici nipoti femmine.Tutti loro erano abituati ad uccidere e mangiare carne umana.
Nella zona si registrava ogni anno un'elevata percentuale di persone scomparse,molte famiglie si rivolsero alle autorità,che,malgrado gli scarsi indizi,cominciarono ricerche serrate su tutto il territorio,se non altro per impedire il panico che si alimentava sempre di più ad ogni nuova scomparsa.Molti individui furono arrestati e costretti a confessare misfatti che non avevano commesso,semplicemente perchè erano stati gli ultimi a vedere vivi gli scomparsi.
Accadde poi che alcuni passanti notarono degli strano oggetti galleggiare in mare,e,una volta avvicinati,videro con orrore che si trattava di braccia e gambe in putrefazione in balia della corrente.La zona venne setacciata,e qualcuno si avvicinò anche alla grotta,ma l'alta marea impediva il passaggio,e di certo nessuno poteva pensare che in quell'antro malsano potessero vivere degli esseri umani.
Nel 1435 una coppia di sposi venne attaccata da Baine ed alcuni dei suoi,la donna fu uccisa e suo marito,che si difendeva con una spada vide che quelle persone ne bevevano il sangue.Fortunatamente accorsero dei viaggiatori e i Baine furono costretti alla fuga,ma ormai tutti sapevano cosa succedeva nella contea.
La situazione era di così grande rilevanza che ne venne informato anche il re,e pochi giorni dopo,un esercito di 400 uomini,capeggiati dallo stesso re,perlustrarono l'intera zona,accompagnati da cani da fiuto,i quali riuscirono dopo pochi giorni a condurre l'esercito in prossimità della grotta.
Con le torce accese i soldati penetrarono nella caverna e lì videro cose che mai si sarebbero aspettati di vedere:a dei ganci erano stati appesi braccia,gambe e teste umane,altri pezzi di uomini,donne e bambini erano conservati in salamoia.La famiglia Baine(48 individui) tentò di difendersi ma il numero elevato di soldati ebbe la meglio.
Portati ad Edimburgo vennero rinchiusi nella prigione di Leith.Il giorno successivo,senza un regolare processo,davanti ad una folla impazzita e bramante vendetta,vennero giustiziati:gli uomini ebbero tagliate mani e gambe,lasciati dissanguare davanti agli occhi delle donne,mentre queste ultime vennero bruciate vive.
La certezza del numero delle vittime non fu mai ben precisato.

Sweeney Todd

La splendida città di Londra è stata spesso e non volentieri teatro di numerosi avvenimenti inquietanti che,a distanza di secoli,continuano a rimanere nella memoria.Circa 250 anni or sono,i londinesi ebbero a che fare con un curioso personaggio che esercitava il mestiere di barbiere in Fleet Street: Sweeney Todd,il barbiere demonio.Questa è la sua storia.
Sweeney Todd vide la luce in un fatiscente stabile di Brick Lane,a Londra,nel 1756,figlio di un tessitore quasi sempre disoccupato e perennemente ubriaco di gin,e di una donna di fatica che alzava il gomito quanto il marito.La sorte del bambino si compie nel terribile inverno del 1768,quando una terribile ondata di freddo ghiacciò completamente il Tamigi,il carbone era assolutamente proibitivo e molti tra la popolazione morirono assiderati per le strade.Tra questi ci furono anche i genitori del suddetto.
Sweeney tirò avanti rifugiandosi nella bottega di John Crook,un artigiano specializzato nella fabbricazione di coltelli,rasoi ed altri aggeggi meccanici,facendo il garzone,dipendendo dal suo padrone non solo per il cibo e per il tetto,ma anche per il vestiario e per l'esercizio dei diritti più elementari.Nel 1770 venne accusato di furto e portato al carcere di Newgate,obbligato a cinque anni di reclusione.Coloro che scampavano al boia venivano decimati dalle malattie,i reclusi infatti erano accalcati come bestie in camerate fredde,ed erano costretti a nutrirsi di un rancio che solo con la fantasia poteva essere considerato commestibile.In un simile inferno il giovane Sweeney fu preso sotto l'ala protettrice di un uomo,un certo Plummer,che si arrangiava ad offrire a detenuti e secondini la sua abilità di barbiere,e quindi imparò un mestiere che,recuperata la libertà,potè esercitare per guadagnarsi da vivere.
Privo del capitale per esercitare il mestiere in un negozio,si riversa nelle strade per andare ad ingrossare le fila dei tantissimi flying barber che rasavano e cavavano denti a pochi spiccioli.Nel 1784 la stampa londinese da notizia di un gentiluomo trovato con la gola aperta da  un'orecchio all'altro in Hyde Park,omicidio rimasto impunito.L'anno seguente Sweeney apre una bottega in piena regola in Fleet Street al civico 186.All'ombra di Temple Bar,egli erige la sua insegna:un bel cilindro rosso avvolto da una spirale bianca e una vetrina sormontata dalla classica scritta "Easy shaving for a penny-As good as you will find any".
La bottega era un antro piuttosto buio,in cui spiccava la boccia usata per custodire i denti marci cavati ai clienti,il camino su cui bollire l'acqua per la rasatura e la rastrelliera su cui erano appesi i ferri del mestiere.L'elemento più curioso era una massiccia sedia di legno posta stranamente al centro della sala:un meccanismo segreto consentiva al barbiere di reclinare violentemente la sedia che,girando su se stessa,precipitava le sue vittime sul pavimento dello scantinato,causando ai malcapitati la rottura dell'osso del collo.Se qualcosa nell'esecuzione andava storto,sarebbe arrivato lui stesso con il rasoio a sistemare la questione,a incassare denaro,vestiti e qualsiasi oggetto di valore posseduto dai clienti.Probabilmente era particolarmente abile nel valutare se era il caso di accontentarsi del penny della rasatura o se procedere all'esecuzione.
Inizialmente,i cunicoli che si dipanavano dallo scantinato a tutta la superficie del quartiere,potevano bastare a nascondere i cadaveri,in particolare i sotterranei della chiesa di St. Dunstan,già utilizzati per dare degna sepoltura a personaggi di alto lignaggio.Presto però questi luoghi non furono più sufficenti,e così il barbiere inventò un ruolo di assoluto primo piano per la signora Lovett,complice e molto probabilmente amante del diabolico Sweeney Todd.
Margery Lovett era la giovane vedova di un fornaio,particolarmente abile nel dosare gli ingredienti base del prelibato piatto servito nel suo negozio di Bell Yard,una strada adiacente a Fleet Street: la meat pie,un pasticcio di carne avvolto in soffice pastafrolla per cui la signora Lovett era celebre in tutto il circondario.Sul come e sul perchè la donna incontrò il barbiere non ci sono molte certezze.Forse la fornaia scoprì il sottopassaggio e così venne cooptata,con le minacce o grazie al denaro,nelle attività del suo vicino di bottega.O magari il merito della scoperta fu dello stesso Todd,che poi utilizzò le maniere forti o le armi della seduzione per convincerla a partecipare ai suoi omicidi.Inoltre è possibile che il barbiere fosse diventato talmente ricco da acquistare i locali di Margery,ma l'unico fatto su cui non ci sono dubbi è che una meat pie è il luogo migliore in cui far sparire,pezzo dopo pezzo,un corpo umano derubato di ogni cosa,trasformandolo così in ulteriore fonte di guadagno.Raggiunto un accordo,la fornaia e il barbiere si divisero i compiti:al secondo toccava smembrare i corpi,la prima si sarebbe preoccupata di dosare sapientemente gli ingredienti per raggiungere quel delicato equilibrio che era alla base delle sue celebri meat pie.
Certi raccapriccianti resoconti di persone che,in situazioni estreme,sono state costrette a cibarsi di carne umana,riferiscono di un sapore assolutamente disgustoso:un acre sentore dolciastro capace di indurre al vomito anche il più affamato.Tuttavia non fu questo il motivo della scoperta dei delitti.Infatti,vittima dopo vittima,le voci di persone viste entrare nella bottega del barbiere e poi scomparse,cominciarono a circolare per Londra.Visitato anonimamente da amici e parenti degli scomparsi,il barbiere ebbe la debolezza di farsi scoprire con scarpe o vestiti in tutto e per tutto simili a quelle indossate dalle vittime.Le voci così divennero prove,pane per i denti dei Bow Street Runner,un rudimentale corpo di polizia,già allarmati dalle innumerevoli lamentele circa un cattivo odore piuttosto sospetto che si sprigionava dai sotterranei della chiesa di St Dunstan.
Al magistrato Richard Blunt,a questo punto,non restò altro che mandare i suoi uomini dal fin troppo ricco barbiere,dove,con la scusa di una rasatura,si cominciarono a verificare le accuse mosse a Todd,inoltre,il rinvenimento di resti umani svelò anche il percorso che collegava la bottega di Fleet Street con il forno di Bell Yard.Ormai Sweeney e la sua complice erano stati scoperti.
Nell'ottobre 1801 i due criminali finiscono in una cella di Newgate,una folla minacciosa segue la traduzione minacciando giustizia sommaria e devastazioni.Anche dietro le sbarre,il mistero che aleggia su tutta la vicenda continua ad infittirsi.Dopo essere stata sottoposta ad un estenuante interrogatorio,la signora Lovett crolla e rende una piena e dettagliata confessione,aggravando in modo particolare la posizione del barbiere.Poichè non voleva subire l'onta di ritrovarsi di fronte ad un tribunale nella gabbia riservata agli imputati,corruppe un secondino e si fece portare una fiala di veleno,così che fu ritrovata morta nella sua cella al mattino.
Il processo si concluse con un'evitabile condanna a morte,eseguita mediante impiccaggione il 25 gennaio 1802.Nessuna delle migliaia di persone assiepate nei cortili di Newgate,osservando la corda saponata serrarsi intorno al collo dell'assassino,poteva pensare che quella morte,reale,non era che l'inizio di un'altra vita,metaforica ovviamente,ma,proprio per questo,particolarmente ricca di significato.

domenica 13 marzo 2011

Superstizione e Stregoneria nel Nuovo Mondo

La conquista spagnola dell'America ebbe natura religiosa e politica insieme.Nelle regioni cattoliche dell'America colonizzata i missionari attuarono un'attività di conquista persistente,mentre nelle colonie protestanti ciò non avvenne.Tuttavia,tutti i coloni europei,indipendentemente dalla nazionalità,confessione religiosa o fervore missionario,avevano in comune di credere nella superiorità morale del cristianesimo,e provavano disprezzo per le superstizioni degli amerindi.
Nel Messico,l'evangelizzazione dei missionari europei fu condotta avanti con energia ed ebbe successo.Nel 1536 Città del Messico possedeva già un seminario in cui dovevano essere formati gli amerindi avviati a diventare preti cattolici, e la popolazione indigena era organizzata in tante parrocchie cattoliche.Tuttavia presto ci si convinse che l'iniziativa di dar vita ad un clero amerindo stava fallendo,anche se i messicani avevano ottenuto già qualcosa che per la loro futura storia religiosa si sarebbe rilevato molto importante:la Madonna di Guadalupe,patrona degli indiani del messico,apparsa proprio ad uno di loro,che ebbe da subito una grande popolarità.
Il successo conseguito in Messico però non si ripetè nelle altre regioni d'America.Il Perù alla fine del 500 conobbe una grande ribellione religiosa da parte dei nativi che si opponevano alla penetrazione del cristianesimo.
Nel 600,nella maggior parte delle zone d'America cattoliche operarono i gesuiti,i quali non furono certo estimatori delle religioni locali.Il loro tipo di attivismo missionario contrastava in modo drastico con l'opera dei conqustatori protestanti.Gli Olandesi durante il periodo in cui occuparono il Brasile(1624-1654), stamparono un catechismo in lingua locale e inviarono molti nativi in Europa per imparare le maniere civili e la vera religione.Tuttavia la Compagnia olandese delle Indie occidentali mantenne a lungo l'occupazione solo un lembo del territorio americano.I ministri olandesi dedicavano più tempo ed energia a combattere i dissenzienti protestanti più che a convertire i nativi,così come avveniva nella Nuova Inghilterra.
Il pluralismo religioso dell'America Britannica riguardò il solo mondo protestante e le sue diverse confessioni e frammentazioni settarie.I coloni di diversa provenienza,sbarcati in America,portarono con se le loro paure per i maleficia e per le streghe insieme a tante altre cose che formavano il loro corredo culturale.La colonizzazione dell'America coincise con la stagione più intensa della caccia alle streghe in Europa.Il Malleus Maleficarum comparve cinque anni dopo il primo viaggio di Colombo,ed il celebre dramma spagnolo di una strega,la Celestina,uscì al tempo dell'ultimo viaggio del celebre scopritore.
Le credenze nella stregoneria variavano da un paese colonizzatore all'altro.L'Inquisizione spagnola la considerava una forma di superstizione,e la combattè in maniera blanda.L'Inghilterra con lentezza si lasciò penetrare dalle credenze circa i patti col diavolo e il sabba delle streghe,mentre la Francia attribuì un ruolo molto importante alle possessioni diaboliche e fu il paese in cui si celebrarono molti processi contro le streghe.
La credenza nella stregoneria fece parte dell'acculturazione degli amerindi convertiti e degli schiavi africani che,in numero sempre maggiore,dopo la metà del 500,cominciarono ad affluire oltre oceano ed a popolare le colonie.Poichè sia gli indiani nativi,sia gli africani trapiantati possedevano nella loro cultura forme di magia e stregoneria,la loro interazione con i coloni europei di cui furono al servizio palesa una presenza di superstizione in questi luoghi.
La stregoneria nella Vecchia e nuova Spagna è testimoniata dal tribunale dell'Inquisizione che operò anche nelle colonie,tuttavia,così come in patria,questo tribunale si occupò soprattutto di eliminare i giudaizzanti e altri eretici presenti tra gli emigrati dall'Europa,nonchè punire chi si era reso colpevole di reati che offendevano la morale.Certamente anche gli inquisitori operanti in America si dovettero occupare di pratiche magiche,di solito praticate da giovani vedove,mogli abbandonate dai mariti,donne che vivevano in stato di concubinaggio,o mezzane come la Celestina.Pochi furono i casi di stregoneria collettiva.
Diverso fu invece il trattamento della stregoneria nelle colonie inglesi.L'Inghilterra fu l'unica potenza protestante a formare in America ,durante il 600,un impero duraturo,le sue colonie conobbero una ben minore sopraintendenza della madrepatria rispetto alle colonie spagnole,e sicuramente non conobbero tribunali dell'Inquisizione.Qui la stregoneria fu un fenomeno unico nel suo genere poichè vi furono molte persone condannate a morte per questo reato.La credenza nelle streghe fu portata dai primi coloni e venne a mescolarsi con tutta una serie di credenze prettamente britanniche: le streghe delle colonie inglesi non conobbero il sabba con i suoi riti orgiastici,e il marchio del diavolo era un'escrescenza tra il sesso e l'ano,simile ad un capezzolo,e non l'anestetica cicatrice da cui si dicevano sfregiate le streghe dell'Europa continentale.
L'Inghilterra non fu mai spettatrice di processi in massa come quello avvenuto a Salem in data così tarda.Sebbene le credenze sulle streghe vigenti nella Nuova Inghilterra non fossero radicalmente diverse da quelle della madrepatria,in esse si dava importanza maggiore al fatto che la strega stringeva un patto col diavolo, ed era obbligata a firmare un certo libro nero.Coloro che praticavano la stregoneria spesso e volentieri adoperavano l'ausilio di immagini.La prima strega messa a morte a Salem,Bridget Bishop,fu trovata in possesso di parecchie bambole fatte di stracci in cui erano piantati spilli senza capocchia.Le accusate di Salem,purtroppo per loro,furono coinvolte dalla credenza degli abitanti del luogo sull'apparizione di spiriti,e tale credenza era tra loro radicata come lo era in madrepatria.
Il panico di Salem ebbe inizio dopo che un indiano e la sua donna avevano fatto una focaccia di farina di segala intrisa con l'urina delle figlie del pastore,l'avevano cotta nella cenere e poi l'avevano data ad un cane.Da quel momento furono scoperti e si constatò che molte persone avevano ricevuto del male da loro.La prima persona ad essere accusata fu una schiava,cioè una donna che palesemente esercitava le arti della magia,il cui marito,John l'indiano,ben presto divenne il maggior accusatore nella vicenda.Dunque,al preludio delle origini della più famosa caccia alle streghe puritana ci furono due amerindi che avevano adattato la loro magia tradizionale a quella dei loro padroni e che denunciarono per risparmiarsi la vita.
Si sa poco delle pratiche stregonesche di stampo non europeo praticate nei diversi imperi coloniali.Il tipo di stregoneria più noto è quello afro-americano praticato ad Haiti:la vecchia religione del vodu.Il vodu è infatti una forma di religione e non un tipo di stregoneria,anche se i coloni francesi hanno confuso le cose fin dal 600.A rendere la storia del vodu haitiano così importante non è tanto la purezza dei suoi riti,quanto più gli imprestiti derivati dal cristianesimo.Gli schiavi africani che giungevano nell'isola venivano battezzati,ma non si dava loro alcuna istruzione cristiana,ecco quindi il perchè conservavano molte delle loro usanze pur ostentando una adesione al cristianesimo.
Nel 1795 nell'isola ci fu un'insurrezione di negri che portò alla cacciata dei francesi.Nel 1804 Haiti era già indipendente,e da allora restò uno stato afro-americano cattolico,così nessuna iniziativa missionaria disturbò a lungo la sua religione,che restò la stessa del 700.Il vodu haitiano  comprende riti magici e stregoneschi,e,poichè non è una religione africana pura ma giova di elementi presenti sia nella cultura africana che in quella cristiana,crede nel potere magico dei sacramenti e,quindi,battezza gli oggetti del proprio culto.I loro stregoni,i bokos,praticano sia la magia bianca che quella nera,ed il loro potere più tremendo è quello di far rivivere i morti in uno stato di semi-idiozia e di costringerli ad ubbidire ai loro voleri(sono gli zombie).Tutte queste credenze sono fondamentalmente africane,ma la stregoneria haitiana ha anche un che di cristiano.Per esempio gli zombie diventano furiosi solo se si dà loro del sale,che era tabù nel sabba delle streghe,e inoltre le polveri più efficaci contro i maleficia devono essere preparate la notte di Natale.Elementi europei si trovano anche sull'esistenza delle zobop,streghe che escono di notte in gruppo al suono di tamburelli udibili solo da loro,che si possono tramutare in animali e che praticano il cannibalismo riunite in crocicchi o in cimiteri.
Altrove queste credenze si persero,i proprietari di schiavi esercitarono nei territori colonizzati controlli sociali più efficaci e imposero una più solerte istruzione religiosa.Il caso della continuità haitiana ma anche quello di altre zone,come ad esempio Santo Domingo,stanno a dimostrare le durevoli reciproche influenze culturali che si ebbero tra schiavi e loro padroni.Le Americhe di età coloniale furono,quindi,teatro sia di una trionfante esplosione del Cristianesimo nel Nuovo Mondo,sia della fusione tra superstizioni europee e superstizioni di altra provenienza.

venerdì 11 marzo 2011

L'Inquisizione nei paesi cattolici

Recentemente mi è capitato di rivedere un film sulla tarda inquisizione spagnola particolarmente drammatico ma anche significativo( L'ultimo inquisitore,regia Milos Forman).Documentandomi ulteriormente sull'argomento,che non mi era certo sconosciuto,ne ho tratto quanto segue.
Fin dal XII secolo,quando il diritto canonico aveva preso forma compiuta ed ufficiale,la cristianità era stata disseminata di diversi tribunali ecclesiastici.Il cattolicesimo vantò tre grandi istituzioni giudiziarie in Spagna,a Roma e nel Portogallo;erano state istituite,come i loro precedenti medievali,al fine preciso di estirpare l'eresia.Tuttavia,nel corso del 500 e del 600,le Inquisizioni,soprattutto quelle dell'area Mediterranea,acquistarono potere di giurisdizione su molte altre materie,infatti i loro atti abbondano di interrogatori e processi di gente accusata di diverse credenze che avevano poco o nulla a che fare con l'eresia:si occuparono infatti di atti immorali,stregoneria,magia bianca e nera,letture proibite...
Secondo una leggenda metropolitana e non documentata,le Inquisizioni dell'Europa Mediterranea erano fanatiche e sanguinarie,e la più crudele di tutte sarebbe stata quella spagnola.Tuttavia,in base a ciò che hanno potuto ricostruire gli storici,si può affermare che le inquisizioni operanti nella zona mediterranea furono meno sanguinarie dei tribunali laici,i quali condannavano al patibolo senza neanche voler capire le ragioni degli imputati.Gli inquisitori infatti erano,sotto il profilo psicologico,più astuti dei giudici laici e più accorti nel formulare sentenze ben motivate.
La spagnola è stata quella che gli storici hanno trovato più agevole studiare.Per il tempo che va dal 1550 fino a quando si spense in Spagna (1700) la dinastia asburgica,si possiedono più di 50.000 casi trattati dai vari rami del tribunale,e si può constatare che meno della metà di tali casi comportarono veri e propri processi per reato di eresia poichè gli imputati erano giudaizzanti,moriscos,protestanti o mistici.In maggioranza però furono giudicati casi di credenze arieggianti l'eresia,superstizione,preti lussuriosi che avevano tentato di sedurre le proprie penitenti abusando del confessionale,bestemmiatori,bigami ed altri reati morali assortiti,tra i quali la sodomia.
Gli storici non hanno potuto indagare più chiaramente sull'Inquisizione Romana e su quella Portoghese,molto modesta ma anche,a quanto pare,più sanguinaria della collega Spagnola.L'alto livello dell'attivismo e delle condanne capitali dell'Inquisizione Portoghese dipesero dal fatto che ebbe a che fare con una popolazione largamente formata da conversos,la maggior parte dei quali era immigrata in territorio portoghese dopo l'espulsione degli ebrei dalla Spagna nel 1492:questi ebrei fuggiaschi furono poi battezzati a forza alcuni anni dopo.
L'Inquisizione Romana,istituita nel 1542 per esercitare la sua giurisdizione sulla penisola italiana,differì per due aspetti rilevanti dai modelli iberici.In primo luogo non praticò la pubblica umiliazione dei rei convinti al cospetto di grandi folle,in secondo luogo,restò disgiunta dai governi laici dei vari stati italiani,fatta eccezione,ovviamente,per lo Stato della Chiesa.A causa della distruzione di carte operata dai giacobini nell'ultimo decennio del secolo XVIII,e poi dai saccheggi dell'età napoleonica,la maggior parte degli atti riguardanti sia l'organo centrale,sia quelli periferici dell'Inquisizione Romana,sono andati perduti.
L'Inquisizione Spagnola era stata organizzata nel 1478 al termine di un processo di conversione degli ebrei i cui inizi vanno fatti risalire alle grandi persecuzioni in massa della fine del 300,mentre le altre due Inquisizioni avevano origini più recenti.In un primo momento quindi si occupò della caccia letale ai conversos,gli ebrei convertiti di cui si sospettava la sincerità della conversione,dopo allargò i capi di imputazione anche ad altre questioni.
Nella sua prima fase l'Inquisizione Romana non si occupò per niente della faccenda antisemitica della Spagna o del Portogallo,dato che era troppo impegnata nella caccia puntigliosa ai protestanti di natali italiani.Tuttavia,le varie diramazioni del Santo Ufficio romano,già prima del 1600 cominciarono a mutare i loro bersagli più cospicui:all'eresia subentrò l'ossessione della lotta alle pratiche magiche e ad altre forme di superstizione.
Nella maggior parte dei casi non si elevarono accuse di stregoneria,questo reato,infatti,rientrava nella giurisdizione di tutte e tre le inquisizioni,ma ognuna di esse sembra abbia esaminato tali accuse con riluttanza e abbia punito i colpevoli con una certa mitezza,a differenza dei tribunali laici.Riempie di stupore infatti che l'Inquisizione Spagnola già nel 1538 ammonisse i tribunali da lei dipendenti che gli inquisitori dovevano credere a tutto quello che si leggeva nel Malleus Maleficarum.Inoltre gli storici hanno appurato che,pur esistendo una cospicua mole di incartamenti riguardanti denunce di reati di stregoneria,la quantità di pene inflitte era scarsissima.
Non sappiamo con precisione quanti furono i mandati a morte dall'Inquisizione Romana,tuttavia,come palesa il caso di Giordano Bruno,sappiamo che gli accusati più importanti furono spesso trasferiti a Roma per l'interrogatorio finale e per ricevere la sentenza.Probabilmente furono meno della metà del numero di persone condannate a morte dall'Inquisizione Spagnola,dobbiamo però tenere presente che in Italia non si ebbe a che fare con i conversos,e che l'infiltrazione protestante cessò di diventare una minaccia seria dopo la seconda metà del 500.
Sia l'Inquisizione Spagnola che quella Romana si occuparono di costumi morali.I casi di bigamia furono moltissimi,come pure le sentenze contro i preti che avevano approfittato del confessionale per fare proposte sconvenienti alle donne.Si prestava attenzione anche a coloro che coltivavano errori gravi nelle loro credenze religiose,errori che risalivano al periodo in cui non si era ancora diffuso l'insegnamento sistematico del catechismo,errori che il Concilio di Trento aveva pensato di correggere.
Uno degli aspetti importanti del controllo del pensiero da parte dell'Iinquisizione fu la censura dei libri,di cui si occuparono tutti e tre gli organi.I criteri a cui si attennero i censori portarono ad includere nell'Indice dei libri proibiti non solo tutte le opere di eretici notori,tutti i testi biblici tradotti in volgare e quasi tutte le opere anonime scritte in volgare,ma anche opere di pregio letterario più basso,molti libri del genere cavalleresco e tutte le opere di magia o qualsiasi scritto che presentasse in luce favorevole amori giudicati illeciti.Dunque appare chiaro che la censura così esercitata sulla produzione letteraria aveva di mira la difesa sia della morale che dell'ortodossia.
Diversamente dal modo di operare di molti tribunali penali della prima età moderna,gli inquisitori non davano molto credito alla tortura come mezzo per far venir fuori la verità,preferivano interrogare e controinterrogare un sospettato più volte anche per accertarele sue intenzioni.Senza arrivare alla pena di morte molte furono le sentenze durissime da loro pronunciate.
E' importante sottolineare con quanta prudenza e serietà questi organi trattassero i casi e le imputazioni di superstizione,è vero che la loro lentezza era proverbiale,e così tenevano gli imputati confinati in carcere per anni o nelle condizioni di inquisiti,ma è anche vero che la loro lentezza nel procedere era anche la dimostrazione che non volevano commettere errori giudiziari.Il loro paternalismo era contrario ad ogni forma di libertà di pensiero,ma lo era nel proposito di voler preservare la fede cattolica da credenze errate e superstiziose.

lunedì 28 febbraio 2011

Storia del vampirismo

Il termine Vampiro è di origine slava: dal lituano wempti "bere" e il turco uber "essere diabolico".La radice slava della tradizione vampirica è legata alla particolare forma di religiosità pagana praticata da quei popoli.Una religiosità dalle radici profonde,se si considera che gli ultimi ad essere cristianizzati,gli slavi baltici,rinunciarono al paganesimo solo alla fine del XII secolo,e che nei villaggi i riti ancestrali continuarono a lungo ad essere praticati clandestinamente.Residui di rituali delle antiche festività pagane vennero individuati dagli antropologi ancora nei primi decenni del secolo scorso.
La religione degli slavi pre-cristiani aveva una forte tinta manistica,cioè prevedeva un particolare culto dei morti.Presso quelle popolazioni la vita d'oltretomba era considerata come una sorta di risvolto negativo della vita di questo mondo.Si credeva che i morti vivessero nelle stesse condizioni dei vivi,e per questo si disponevano presso i cadaveri provviste di cibo,armi e oggetti che potevano restargli utili.Si riteneva anche che il morto si separasse malvolentieri dalla sua gente,per cui i parenti prendevano delle precauzioni,vegliando il cadavere e cercando di distrarlo con canti e danze.Dei morti di morte violenta e dei giovani vergini si temeva in particolare il ritorno:si pensava infatti che questi defunti fossero ancora avidi delle gioie di cui il prematuro trapasso li aveva privati,e potessero ripresentarsi a pretenderle.
Per assicurarsi la tranquillità dei defunti,era in uso il rito delle esequie ripetute.A intervalli di tempo stabiliti i sepolcri venivano riaparti,le ossa lavate con balsami,i resti riavvolti in teli funebri.Quando nel corso di queste cerimonie un corpo per qualche motivo veniva trovato non decomposto,o in condizioni di preservazione diverse da quelle che ci si aspettava,si credeva che nel frattempo fosse tornato periodicamente nel mondo dei vivi a succhiare il sangue per prolungare la sua esistenza terrena.Allora lo si impalava e lo si bruciava.
La tipologia del vampiro variava a seconda del popolo di appartenenza,così come il suo nome.I Polacchi lo chiamavano Upir,e pensavano avesse una lingua affilata come un pungiglione.Nella Russia era detto Mjertovjek,ed era considerato figlio di un lupo mannaro e di una strega.Per i Serbi ed i Montenegrini aveva nome Vurdalak,e in vita era stato un uomo dalla condotta riprovevole.Da Morlacchi e Macedoni era detto Vrukolak,ed era molto temuto,perchè il suo richiamo notturno causava la morte di chi gli rispondeva,specie i parenti.Sampir lo chiamavano gli Albanesi,Nosferat i Bulgari,Ogoljen i Boemi,Gierach i Prussiani:la nomenclatura è assai vasta.
Malgrado le differenze,esistono caratteristiche comuni che ne permettono l'identificazione.Il vampiro ha in genere un viso emanciato,pallido come il marmo.Ha folti capelli e il corpo villoso al punto da avere spesso peli anche sulle palme delle mani.Il colore degli occhi è slavato,le labbra sono gonfie,spesso tumefatte,e, sollevandosi,scoprono canini lunghi e aguzzi.Inoltre ha le unghie sempre lunghissime e livide,le orecchie appuntite e mobili come quelle dei pipistrelli,l'alito orrendamente fetido.Teme l'odore dell'aglio,l'esposizione prolungata alla luce del sole,la vista dei simboli sacri.Il suo morso è anestetico,tanto che la vittima che lo subisce durante il sonno,non si sveglia.Nel succhiare il sangue,emette un suono caratteristico per il quale il vampirologo Pierre Thyraeus de Neuss ha coniato un termine apposito nel 1700:poppysma.Il suo morso è inoltre contagioso:chi ne muore diventa vampiro a sua volta.
Nel corso dei secoli tutta l'Europa fu percorsa in varie riprese da epidemie di vampirismo.L'islandese saga degli uomini di Eyr,che tratta eventi svoltisi tra l'800 e il 900 d.c. narra la storia di Torolf Gambastorta,alla cui morte si cominciarono a verificare misteriosi decessi di uomini e animali.Si aprì allora la sua tomba e lo si trovò in perfette condizioni.Intorno al suo sepolcro venne allora eretta un'alta palizzata per tenerlo confinato ma,dopo qualche tempo,lo si trovò ancora incorrotto,e allora si decise di bruciarlo:dopodichè il vampiro non comparve più.
Saxo Grammaticus,nel XIII secolo racconta nella Danica Historia che,durante una pestilenza in Danimarca,si attribuì la moria all'opera di un uomo assassinato il cui cadavere si aggirava nottetempo per le campagne.Il vampiro venne esumato,decapitato,e trafitto al cuore con un palo;in seguito a ciò la pestilenza scomparve.Intorno all'anno 1100,riferisce William di Newburgh nella Historia Rerum Anglicarum,venne esumato in Inghilterra il corpo di un vampiro,e si dovette darlo alle fiamme così che non nuocesse più.
A partire dalla seconda metà del 600,le documentazioni aumentarono enormemente.Epidemie di vampirismo con ampia e certificata casistica si hanno in Moravia(1662 e 1685),Istria(1672),Grecia(1701),Prussia Orientale(1710 e 1721),Ungheria(1725-1732),ancora in Prussia Orientale(1750),Slesia(1755),Valacchia(1756) e Russia(1772),per citare alcuni focolai tra i più noti.Risale a questo periodo l'applicazione al risurgente del termine vampiro,che si incontra per la prima volta nel 1725,nei documenti parrocchiali di Barn in Moravia.
Nel secolo successivo il fenomeno diminuì,tant'è vero che nel 1824,il parlamento britannico abolì la legge che prescriveva di trafiggere con un cuneo di legno i cadaveri dei suicidi e dei morti sospetti,a scanso di possibili rischi.Una legge analoga restò in vigore fino ai primi anni del 900 nello stato americano del Rhode Island,sede nella seconda metà del 700 dell'unica epidemia di vampirismo documentata sul territorio degli Stati Uniti.
Dalla seconda metà dell'800 ad oggi il vampirismo sembra aver perduto il carattere contagioso,e da fenomeno epidemico si è ridotto a casi sporadici.Nel 1909 un castello della Transilvania fu dato alle fiamme dai contadini locali,secondo i quali un vampiro che vi dimorava aveva causato una moria di bambini nel villaggio vicino.La notizia apparve su molti giornali.
La straordinaria concentrazione di fenomeni vampirici verificatisi a metà del 700,in pieno secolo dei lumi e in gran parte sui territori dell'impero austro-ungarico,generò un fiume di scritti sulla stampa dell'epoca,nonchè una serie di relazioni,atti pubblici,verbali,trattati da parte dei più dotti illuministi dell'epoca.Si interessarono al caso personalità di grande ascendente come Voltaire e Rousseau:il primo dicendosi scettico,e attribuendo l'origine delle dicerie ai Gesuiti;il secondo affermando che tutta la società umana è basata sullo sfruttamento e il vampirismo,dunque,per ognuno di noi,il vampiro sono gli altri.
Dovette infine intervenire la stessa imperatrice Maria Teresa che,nella sua visione razionale di una sovranità tesa a debellare ignoranza e superstizione,inviò personalità competenti per indagare sui motivi che spingevano i contadini a riesumare i cadaveri.Risultato dell'inchiesta fu l'autorevole relazione di Gerard von Swieten:Remarques sur les Vampyrisme de l'an 1755.L'illustre clinico attribuì i comportamenti dei villici a superstizione,e la presunta incorruttibilità di certi cadaveri riesumati a certe proprietà naturali dei terreni di sepoltura.
Anche la Santa Sede intervenne in materia.Il clero era tra i grandi accusati del fenomeno:i preti di campagna,ignoranti quanto i loro assistiti,erano infatti i primi a diffondere la credenza che i morti potessero risorgere a vita maligna.A raccomandare prudenza nell'accogliere le dicerie dei villici,si levò il dottissimo Cardinale Prospero Lambertini,in seguito papa Benedetto XIV,che,anche da Pontefice,raccomandò di trattare le voci sui risurgenti come superstizioni popolari,alimentate dalla credulità del basso clero purtroppo troppo ignorante.
Se ciò fu sufficiente a convincere le persone colte,non bastò certo ad avere credito tra le genti di campagna.Nei borghi il fenomeno rimase più vivo che mai:tanto più che in secoli di pratiche esumatorie in presenza di preti e magistrati locali,avevano ormai codificato un modus operandi per condurre le azioni.L'accusa di vampirismo nei confronti di defunti sospetti doveva essere mossa davanti al magistrato,il quale istruiva un processo preliminare tendente a dimostrare che realmente il cadavere accusato fosse tale.al processo venivano ascoltate le testimonianze dei parenti perseguitati,dei compaesani e del parroco,sulla base delle cui dichiarazioni il magistrato decideva se proseguire o meno l'istruttoria.In caso affermativo,prima di procedere alla sentenza,accertava che,davanti ad una commissione ufficiale di esperti giudici,ecclesiastici e militari,il cadavere accusato si dimostrasse effettivamente refrattario ai sintomi della morte: per esempio ostentando integrità dalla decomposizione,membra flessibili e intatte,crescita di unghie,barba e capelli dopo la morte,trasudando sangue dal naso,dalle orecchie e dai pori.
Soltanto dopo un simile accertamento il magistrato emanava la sentenza di morte definitiva,che veniva applicata mediante l'infissione di un cuneo di legno nel cuore,il taglio della testa e,se necessario,la cremazione.

martedì 22 febbraio 2011

Costumi alimentari dei trapassati

Anticamente,la fame dei trapassati veniva placata con offerte periodiche alimentari,rinchiudendo nelle tombe varie provviste di cibo reali o simboliche.Che il cibo reale venisse effettivamente utilizzato,risulta da varie testimonianze,anche in tempi relativamente recenti,poste in ragguardevoli trattati quali la Dissertatio Historico-Philosophica de Masticazione Mortuorum di Philip Rohr(1679),o il più celebre De Masticatione Mortuorum in Tumulis di Michel M.Raufft(1734),nei quali si trovano vari esempi,risalenti a diverse epoche,sull'attività manducatoria nei sepolcri: morti(o presunti tali) che divorano ciò che era stato posto nel cenotafio e rodono sudari,giungendo a divorare le proprie stesse membra.E,in effetti,secondo parecchie testimonianze,quando le riserve alimentari venivano meno o erano giudicate insufficienti,il morto provvedeva da solo.
Le leggende nelle quali si trova la sgradevole presenza di un defunto a tavola,sono numerose.Presso certe comunità era in uso far sedere a capotavola un cadavere mummificato:si credeva che così,vedendo il posto già occupato,un eventuale risurgente desistesse dal tentativo di sedersi a mensa.
Secondo una folta serie di tradizioni,quello preferito dai trapassati è un cibo del tutto particolare,che non si reperisce nei banchetti dei vivi: la carne umana.Nei miti più antichi,questa era considerata infatti l'alimento vivificante per eccellenza,il cibo degli dei in grado di saldare la frattura tra la vita e la morte.
Si chiamava Lamashtu,presso i Babilonesi,il demone femminile,larva di una prostituta,che attirava gli uomini per berne il sangue,e strappava il feto dal grembo delle donne incinte.Aluqa,cioè "Succhiasangue",chiamavano gli Ebrei la larva che assaliva i viandanti persi nel deserto per succhiarne l'elemento vitale:non solo il sangue,ma anche lo sperma.Un essere simile era detto Empusa dai Greci: in apparenza era una splendida fanciulla che col suo aspetto seduceva gli incauti,mentre in realtà era un orrido mostro con un piede di bronzo e l'altro di sterco d'asina.
D'altronde,bere il sangue,oltre che operazione volta ad acquisire speciale forza di vita,può essere visto anche come piacere.Si legge nei Nibelunghi che i guerrieri Hagen di Tronje,intrappolati in una sala a cui era stato appiccato il fuoco,per spegnere l'arsura bevvero il sangue che stillava dai corpi dei caduti,traendone non solo forza ma anche diletto.
Verso la fine del Medioevo,gli inquieti morti europei avevano ormai affinato questi concetti,sintetizzando le loro attività sessuali e vivificanti in una sola operazione:succhiare il sangue dei vivi.Con ciò ne assorbivano l'energia essenziale,quella che la bibbia chiama "vita" e di cui più volte si proibisce esplicitamente di cibarsi.
L'assorbimento del sangue di una persona,preferibilmente di sesso opposto-per aggiungere all'operazione ulteriore carica vitale insita nella sessualità-finì in tal modo per sostituirsi vantaggiosamente a ogni altra forma di commistione fra il mondo dei viventi e quello dei morti.
Nella gran parte delle leggende vampiriche posteriori al Medioevo,il bacio del morto seduttore scivola dunque dalla bocca alla gola della vittima e,mentre la forza vitale di quest'ultima viene aspirata insieme col sangue,si consuma un vero atto erotico: il godimento dei due partecipanti è apparentemente lo stesso.

domenica 20 febbraio 2011

Personalmente parlando....

Mi è piuttosto insolito parlare di me,preferisco restare sempre nell'ombra,convinta che scoprirsi troppo rende vulnerabili,ma,data la natura del blog,mi pare doveroso dare qualche spiegazione sulla presunta motivazione che mi spinge ad interessarmi quasi ossessivamente a certe argomentazioni poco "ortodosse".
L'Horror è materia particolarmente bistrattata,vuoi perchè spesso si incappa in banalità,o perchè,da quando si è messa in moto la macchina del cinema sono venuti fuori talmente tanti films,per lo più di pessimo gusto,che i benpensanti hanno arricciato il naso e puntato il dito contro chi se ne occupa decretando la materia come sottocultura.
Per quanto mi riguarda,credo che siamo spaventati ed attratti allo stesso tempo da quello che non conosciamo,da quello che non possiamo spiegare,da quello che non vediamo.Ed è proprio questo l'horror o il gotico,o come volete chiamarlo,è qualcosa a cui il più delle volte non si può dare una spiegazione razionale,per quanto ci si arrovelli il cervello per farlo.
Sono entrata a contatto con questo genere in un pomeriggio d'inverno,non saprei dire il mese,nè tantomeno il giorno,ma ricordo bene che c'era il camino acceso nella casa di mio nonno e lui stava guardando un film,appena iniziato,in bianco e nero.Era un film di vampiri,e ancora oggi lo cerco dappertutto ma non avendone letto il titolo,le mie ricerche si perdono in rete e non approdano a niente,l'argomento è troppo vasto.In quel momento mi è scattato qualcosa dentro,non saprei dire cosa,ma da quel giorno è iniziato tutto.
Probabilmente Poe è stato il primo che ho letto,sull'argomento c'era solo quello in casa,ma poi sono arrivati tutti gli altri,King,Stoker,Polidori,Lewis,Le Fanu.....
Onestamente confesso che dopo aver visionato quel film ho passato notti non proprio felici,però col passare del tempo il vampiro è diventato il mio accompagnatore preferito,e lo è ancora.
Con questo non voglio dire che ho letto e leggo solo questo argomento,ho iniziato presto a passare il tempo con i libri,non avevo altra compagnia,i miei preferiti erano e restano Tolstoij,Hugo,Sue..i romanzieri dell'800 sono gli scrittori per eccellenza,purtroppo poco trattati perchè nelle scuole c'è tempo solo per leggere Manzoni,e vai con due palle con questa Lucia che,invece di andarsene con don Rodrigo che ha una barca di soldi,si ostina a voler fare una vita miserabile con Renzo,che oltretutto è pure un semplicione,e questa Provvidenza che sbuca fuori da tutte le parti e puzza troppo di chiesa,e Manzoni che ricama continuamente su questo libro versione su versione e lava i panni nell'Arno...L'unica parte interessante è la peste,tant'è vero che ho letto con molto interesse La storia della Colonna Infame,e non vorrei essere blasfema,ma Manzoni non lo butterei con due pesi alle caviglie nell'Arno giusto perchè è il nipote di Cesare Beccaria,altrimenti una rinfrescata a quel cervello da prete sarebbe un'ottima soluzione...anche se sono convinta che in suo aiuto accorrerebbe la sua Provvidenza!
Devo dire che il mio interesse per la lettura mi ha causato non pochi problemi,ho sempre preferito gli amici da carta a quelli in carne ed ossa,per questo oggi,ad una veneranda età,se mi guardo intorno non vedo nessuno al mio fianco,vedo solo carta,la carta degli altri e la mia.Questa condizione a me non crea poi così tanto disagio,ma è motivo di perplessità negli altri: familiari che si interrogano sulla sfortunata sorte della povera Claudia condannata probabilmente in eterno a condurre un'esistenza in solitudine;pseudo amici che guardano con pietà cristiana quella poveretta che stà sempre in casa,sola,senza un fidanzato,senza un lavoro,senza un futuro,lei e le sue scartoffie...
Ed è questo che non sopporto,lo sguardo degli altri,il loro stupido pensare che sia una poveraccia!A dirla tutta non mi sento tanto disgraziata,mi piace essere quello che sono,e mi ferisce essere offesa nei miei interessi,sentirmi dire che ho studiato per una laurea che non serve a nulla,che gli altri hanno una professione ed io no,che tutti si sono sistemati ed io no.Ma poi che significa sistemati?
A nessuno è mai venuto in mente il fatto che nel mio cervello,che non sarà il miglior cervello del mondo,ma neanche il peggiore,ci sono tante di quelle informazioni che mi escono fuori pure dalle orecchie.Nessuno ha mai pensato che leggere così tanto significa avere cultura,padronanza della lingua,padronanza della scrittura.Nessuno mi ha mai detto brava perchè da un pezzo di carta tiro fuori una storia...non l'hanno detto perchè fanno finta di non sapere,perchè evidentemente per loro scrivere non serve,non può essere un lavoro,non è una professione,non è fare l'avvocato,il medico,l'insegnante o chissà quale altro lavoro del cazzo!
Recentemente mi è capitato di presenziare ad una cena a cui non potevo sottrarmi,ebbene,mai serata poteva essere più odiosa di quella:seduta lì con il mio trucco impeccabile,ignorata totalmente da gente che parlava del loro meraviglioso lavoro per ore ed ore peccando di insensibilità ma soprattutto di maleducazione.Mi sono sentita come quei bambini che a tavola non possono partecipare ai discorsi dei grandi,perchè bambini,e quindi se ne stanno lì seduti in silenzio,ignorati da tutti,invisibili.Bello stare in compagnia vero?Ed il bello è che si chiedono pure il perchè me ne stò rintanata dentro questo buco di casa!
L'indifferenza.Ne sono circondata,e ho imparato a conviverci.Nessuno si è mai preso la briga di farmi parlare dei miei interessi,nessuno mi ha mai detto posso leggere quello che scrivi...E quando le cose stanno così allora sono di gran lunga più di compagnia i miei vampiri che questa orda caprina di esseri umani,involucri senz'anima,tanti zombie che si trascinano nelle vita e non sanno neanche loro il perchè.Per quanto mi riguarda mi scrollo tutto di dosso e vado avanti.
In un libro di King,L'ombra dello Scorpione,c'è una frase che mi piace ricordare,una frase che ripeto spesso a me stessa: arriva sempre il giorno buono,anche per un cane.E per questo cane che stà scrivendo il giorno buono arriverà,spero,e quel giorno avrò modo di sfogare l'aggressività che mi cova dentro,la stessa che catarticamente esorcizzo con un certo tipo di letture,guardando un certo tipo di films,interessandomi a certi argomenti da cui gocciola sangue:credo che sia questa la motivazione che mi spinge verso certi argomenti,non trovo altra spiegazione.E il blog..beh,è principalmente un passatempo,uno sfogo e un modo magari per far passare un pò di tempo a chi si interessa dell'argomento.Non voglio fare sfoggio del mio sapere,solo condividerlo,e poi,chi lo sà,magari mi deciderò a inserire uno dei miei racconti....e potrebbe anche capitare che vi piaccia!
Per quanto concerne il vampiro,il mio preferito da sempre,invece,credo che mi affascini perchè in fin dei conti è un essere infelice,nè vivo nè morto,costretto a vivere ai margini della società,un individuo scomodo perchè dalle abitudini "bizzarre",uno che non invecchia mai,rimane sempre giovane,il tempo gli scivola addosso e lui neanche se ne accorge,continua a fare la vita di sempre....
Questa descrizione mi ricorda me stessa oggi,e forse all'epoca già presagivo che per me di giorni buoni ce ne sarebbero stati pochi...A dire il vero ce ne sono molti,e sono quelli in cui concludo un bel racconto,i momenti in cui leggo un buon libro o guardo un bel film...Ma questo sembra non bastare ai cosiddetti benpensanti.Ebbene,che stiano per i fatti loro e badino ai loro lavori fantasmagorici,e non invadano il mio orticello perchè coltivo piante che mangiano carne umana e bevono sangue!
Questa è l'autrice del blog,la regina del finto fancazzismo.Non spero di piacervi,ma almeno di esservi un pochino simpatica.

                                                                                                 CLAUDIA

sabato 19 febbraio 2011

Vita sessuale dei morti

L'idea ancestrale che post-mortem sia possibile in determinati casi la prosecuzione di alcune attività dell'esistenza in vita,è all'origine della leggenda del vampirismo.
Due sono le attività tipiche dei vivi che si pensava potessero essere trasferite anche nel mondo dei trapassati:il sesso e l'alimentazione.L'attività sessuale dei defunti era considerata piuttosto intensa e,ad evitare che il morto la soddisfacesse al di fuori del sepolcro,lo si forniva di una compagna simbolica.Questa è infatti l'origine delle "concubine di pietra",ritrovate nelle tombe dell'antico Egitto,della Mesopotamia e di altre località:statuette femminili,tutte senza piedi così che non fuggissero.
Il timore della riapparizione di un morto insoddisfatto nel mondo dei vivi è diffuso in tutti i tempi ed in tutte le culture,fin dal Neolitico,quando i cadaveri erano arsi e chiusi in urne,o sepolti legati e serrati da pesanti pietre.In tempi moderni,tra popolazioni da poco entrate in contatto con la civiltà,gli antropologi hanno potuto notare strane usanze.
Presso gli Shuswap della Colombia,per esempio,vedovi e vedove restavano a lungo isolati dalla comunità,dormivano su giacigli di spine per scoraggiare visite indesiderate da parte del coniuge defunto.I vedovi maschi della Nuova Guinea erano soliti tenere sempre con se un'ascia da guerra con cui difendersi dalla moglie morta.Gli Herero dell'Africa troncavano la spina dorsale ai cadaveri prima di seppellirli,così da impedirne la deambulazione ed il ritorno al talamo.
Questo tremendo ritorno era peraltro temuto anche dalle antiche popolazioni dell'area mediterranea.I Mesopotami avevano riti ben precisi per tenere lontani i familiari defunti.I Lucumoni etruschi chiudevano i cadaveri dei parenti in un'apposita intercapedine tra le pareti della loro casa,e la facevano vigilare costantemente.I Romani invece avevano più spirito pratico,accordavano ai defunti un breve periodo di tempo,da uno a tre giorni all'anno,per poter circolare liberamente tra i vivi;in quei giorni ci si asteneva da qualsiasi occupazione,ed alla fine il pater familias gettava alle spalle un pugno di fave nere come tributo ai trapassati ed invito a lasciare la casa.
Altre popolazioni avevano metodi più drastici per garantirsi la tranquillità.Persiani,Medi,Parti e Iberni li davano in pasto alle belve;molti popoli nomadi est europei inchiodavano i cadaveri alle bare con dei chiodi particolarmente lunghi in prossimità della testa e del cuore,così che non seguissero le tribù negli spostamenti.Tutto ciò a volte non era sufficiente,infatti sono molte le leggende provenienti da ogni angolo della Terra che narrano i casi di defunti tornati presso i vivi per esigere il loro tributo.

venerdì 18 febbraio 2011

The Monk (Il Monaco) di M.G.Lewis

Parliamo di un capolavoro.
M.G.Lewis scrive The Monk a vent'anni:in una lettera alla madre,alla fine del 1794,dice di averci lavorato soltanto dieci settimane,anche se appare evidente,dalla complessità e densità intertestuale e dalla rielaborazione di modelli messa in atto in quest'opera così straordinariamente innovativa,che la composizione del libro va indietro nel tempo,almeno agli anni durante i quali l'autore,nato a Londra nel 1775,in una ricca famiglia proprietaria di vaste tenute in Giamaica,proseguì a Weimar,in Germania,gli studi iniziati ad Oxford.
Gli anni di Weimar appaiono molto importanti per la formazione culturale e letteraria di Lewis,il quale fonde gli stimoli e gli insegnamenti della cultura tedesca con una conoscenza profonda della letteratura inglese,soprattutto di quel filone fantastico e gotico che nell'ultimo decennio del 700 è al massimo della diffusione e del successo.
In quegli anni infatti appaiono le opere più importanti di Ann Radcliffe,The Mysteries of Udolpho e The Italian( 1794 e 1797);inoltre,nello stesso periodo appaiono traduzioni di gotici tedeschi come,ad esempio,The Necromancer e Horrid Mysteries.
Le traduzioni più fortunate e gli elementi dei gotici tedeschi che vengono privilegiati in Inghilterra sono quelli che hanno a che fare con il soprannaturale ed il terrificante e rispondono ad un gusto sempre più accentuato per le forti sensazioni,per l'orrore provocato da fantasmi,presenze diaboliche,descrizioni di tormenti e morti violente.
Insieme a quelli che resteranno come capolavori della letteratura fantastica,Il Monaco,al contrario della massa dei romanzi ripetitivi e insulsi,destinati al plagio di imitatori mediocri,segnala ed esprime più di tutti la fase conclusiva di un periodo di disagio e di inquietudine profondi,che non trovano più alcuna esorcizzazione e consolazione nel ritorno al razionale.
Cio che colpisce immediatamente ne Il Monaco,e ne ha determinato nel tempo il rifiuto o l'esaltazione,è la sua carica dirompente e distruttiva,la sua trasgressività sia rispetto al modello letterario che ai valori culturali.Al momento della pubblicazione,nel marzo del 1796,viene accolto da uno straordinario successo,tanto che il suo autore verrà da quel momento identificato come "Monk"Lewis.
Tuttavia non mancarono le critiche di immoralità,derivate dalla posizione sociale di Lewis che,diventato in quel periodo membro della Camera dei Comuni,e dunque personaggio pubblico, era capace di influenzare più autorevolmente i lettori e di compiacere i giovani con quella che venne definita senza mezzi termini,pornografia.In realtà quello che sconvolse i benpensanti ed i borghesi,fu l'impatto straordinariamente libertario del romanzo,l'erosione che fa delle massime istituzioni(la chiesa e la famiglia),l'erompere dell'"io" sotto la spinta di pulsioni incontrollabili,lo spirito rivoluzionario che lo anima.
Questo è il carattere,il senso del romanzo,che rimangono inalterati dopo l'edizione corretta cui il mite e (troppo) disponibile Lewis si piega per far cessare il violento attacco della critica borghese e della stampa moralistica.Nel 1798 esce una versione castigata del romanzo,dalla quale è scomparso il pezzo più incriminato,quello sulla Bibbia,si modificano alcune parole troppo esplicite,vengono addolcite le scene di seduzione di Matilda nei confronti del monaco,sono eliminate alcune crudezze ed alcune scene macabre vengono tagliate.
Il romanzo,dopo questa edizione continuò ad essere letto e ammirato,come dimostrano le molte versioni ridotte che il mercato continuava a produrre.E anche se edizioni e riduzioni accontentavano il gusto di un pubblico attirato proprio dalle accuse di oscenità dirette al romanzo,non mancarono i lettori qualificati,tra questi la madre di Shelley.
L'interesse del mondo letterario è rivelato dai numerosi rifacimenti e dalle trasmodalizzazioni dell'opera,incessantemente rielaborata e riproposta.La storia di Raymond e Agnes viene ripresa in una pantomima del Farley;nel 1798 Boaden,figura di spicco del teatro inglese dell'epoca,mette in scena Aurelio e Miranda,un dramma in cinque atti,nel quale Ambrosio(il monaco)è trasformato in un peccatore presto redento che finisce per sposare Matilda con una soluzione borghese che esclude tutti gli elementi soprannaturali e orrorifici e,ovviamente, le loro implicazioni simboliche.Neanche a dirlo,il dramma non accontentò i benpensanti che ritennero la storia comunque immorale.
Drammi e balletti vengono ispirati anche da parti de Il Monaco,specialmente dalla ballata "Il nobile Alonzo e la bella Imogene",che Lewis trae dalla Leonore di Burgher,cambiando vari elementi e aggiungendone altri,specie quelli più sensazionali e macabri,e facendone una storia particolarmente paurosa.
La profonda diversità de Il Monaco rispetto al romanzo gotico è nel non rispettare un paradigma narrativo fisso e una serie di schemi invariabili.Si pone come opera intermedia tra i circuiti letterari inglese e tedesco,anche se non trascura altri apporti,e unisce narrativa fantastica inglese,a cominciare da The Castle of Otranto di Walpole,con i Ritter-Rauber-und Schauer-Romane che combinano elementi dello Sturm und Drung e della letteratura popolare,specialmente le ballate sugli spettri,le storie macabre e paurose,i racconti di magia nera,questi ultimi raccolti in opere di Wiegleb,Funk,Keller.
L'operazione di fusione compiuta da Lewis non si limita,come nei gotici orridi a lui contemporanei,ad una semplice ripresa e imitazione,ma è frutto di un'accurata selezione ed elaborazione testuale;è il caso dell'interazione con il Faust di Goethe,dal quale riprende la tragedia di Margherita,trasformandola,da una parte in quella di Antonia,dall'altra in quella di Agnes.Se da una parte il Faust di Goethe viene rifunzionalizzato come tragedia amorosa,dall'altra parte contribuisce alla complessità del personaggio di Ambrosio,dominato però non dalla sete di conoscenza ma dalle proprie pulsioni ed energie represse.
Ai richiami al Faust di Goethe si sovrappongono,nel protagonista,quelli del Faust di Marlowe,oltre che ai tragici eroi del teatro elisabettiano.Iinoltre,l'atroce fine di Ambrosio trova riscontro nella terribile condanna del Faust di Marlowe,trascinato all'inferno da Mefistofele.Ed è proprio la punizione cui viene sottoposto Ambrosio che ne fa risaltare l'ambiguità,trasformando il carnefice in vittima,e rivelandolo come un essere solo,altrettanto dell'innocente Antonia così brutalmente violentata e uccisa,in un universo mai benigno e mai salvato dalla presenza o dall'intervento divino,dove è unicamente il male a intervenire nella vita umana in concrete e potenti forme demoniache.
Non solo:riferimenti e richiami al dramma della forzata monacazione,che si ritrova in testi ben noti a Lewis,soprattutto Les Victimes Cloitrees di Boulet de Monvel del 1791,o Le Couvent,ou les Voueux Forcès di De Gouges del 1793,accentuano l'ambiguità di Ambrosio,facendone una vittima dell'isolamento e della negazione degli istinti più naturali imposti da una società e da una istituzione repressive e crudeli.I riferimenti a tali opere gettano un'uguale ambiguità sulla figura della Monaca Sanguinante,macabra protagonista di Die Entfuhrung di J.K.A.Masaus,altra fonte di Lewis,costretta ad una forzata monacazione,e così spinta,in vita,verso la depravazione ed il delitto,e in morte ad emergere dall'inferno con la sua terrorizzante ed angosciante presenza.
Il paradigma della persecuzione è presente ne Il Monaco con esiti ed implicazioni mai rassicuranti,proliferando e insinuandosi in ogni storia,ripetendosi ossessivamente:il demonio,nelle forme ingannevoli di Matilda,tenta e perseguita Ambrosio;Ambrosio perseguita Antonia;la Monaca sanguinante,a sua volta perseguitata,causa la rovina di Agnes e tormenta Raymond;la badessa,crudele con Agnes,è vittima dell'orrenda vendetta della folla;neanche la morte interrompe la catena delle persecuzioni,ma anzi i fantasmi ritornano,presenze terrorizzanti che non lasciano pace ai vivi.Nessun luogo è sicuro in questo mondo sconvolto,profondamente turbato,minacciato:nè la chiesa,nè il convento,alla cui superficiale bellezza o armonia corrispondono,nelle profondità sottostanti,violenza e dolore,nè la natura,che nasconde insidie e pericoli.Come il personaggio di Ambrosio esemplifica,l'uomo è tragicamente irriconciliabile con se stesso,dilaniato da quella scissione profonda che anticipa l'angoscia del Frankenstein,creato da un'altra ventenne,Mary Shelley,soltanto un decennio più tardi.
L'insicurezza di un mondo inquietante e minaccioso si esprime nelle metamorfosi e nelle trasformazioni che si succedono incessantemente nel romanzo,il soprannaturale irrompe nel naturale,figure immaginarie invadono il mondo quotidiano,l'occulto diviene visibile,i sogni e gli incubi si fanno realtà.
Il romanzo sentimentale ed i motivi ad esso collegati,derivati dalla tradizione narrativa del romance,invece di raccontare una storia d'amore,sono deviati in racconto macabro,in ballata sinistra,in storia di fantasmi.La vicenda del trovatello scomparso,tratta dal racconto popolare,sfocia in quella di Ambrosio,che,invece di portare a un riconoscimento che ripristina armonie affettive e familiari,lo rivela protagonista di uno stupro incestuoso e di un matricidio.
L'avventura di tipo picaresco di Raymond si cambia in una sorta di pericoli e di prigionia ed in un angoscioso racconto di fantasmi.Il romanzo d'amore con Agnes dovrà passare,prima di un improbabile lieto fine,attraverso gli spaventosi sotterranei del convento dove il loro bambino è morto e la ragazza ha rischiato,come Antonia,di morire di stenti e di terrore tra scheletri e cadaveri in decomposizione.
La doverosa punizione del colpevole,che conclude la vicenda nelle favole e nei racconti,ristabilendo giustizia ed armonia,si risolve nel supplizio orrendo di Ambrosio,e in una esplosione di furia omicida nella quale il convento viene raso al suolo e la badessa è smembrata da una folla inferocita.
Proprio quest'ultimo episodio,evocativo della presa della Bastiglia e dell'inizio della Rivoluzione Francese,esplosione incontrollabile di una violenza troppo a lungo contenuta,conferma il riferimento,al di là dei valori simbolici,a fatti storici sconvolgenti,al sovvertimento violento di un mondo,a una dirompente e tragica esigenza di liberazione.
Dietro una buona dose di pedanteria e curiosità,ma anche garbo,misura,generosità e umanità,Lewis nasconde,o piuttosto maschera,un profondo travaglio interiore che non riguarda soltanto le istanze emergenti del movimento romantico,ma il lavoro dell'artista,lacerato da ambiguità simili a quelle che tormentano il suo protagonista.Il Monaco infatti è denso anche di implicazioni metaletterarie,e la scrittura vi è simbolicamente riflessa come suprema trasgressione,libertà assoluta,che sfida ogni regola e ogni limitazione e oppone al razionale e all'esplicabile lo scatenarsi del fantastico,la vittoria della finzione.Lewis infatti dice:
<< La professione dello scrittore è una mania che nessuna ragione è tanto convincente da piegare >>
Muore nel 1817,al ritorno da un viaggio in Giamaica,colpito dalla febbre gialla a soli 42 anni dopo alcuni giorni di grandi sofferenze.Essendo ancora lontana la costa,fu sepolto in mare,ma la sua bara perse i pesi che avrebbero dovuto trascinarla a fondo,e si mise a danzare sui flutti,allontanandosi in direzione della Giamaica.Una dipartita inquietante,ma del tutto degna di Monk Lewis!

giovedì 17 febbraio 2011

De infestazione

La narrativa del Soprannaturale ha inizio con storie di case infestate.Il primo racconto di fantasmi che si conosca,narrato da Plinio il Giovane nell'Epistolario,riporta la storia del filosofo Antenodoro che,cercando una casa in affitto ad Atene,ne trova una stranamente a buon mercato.Si informa e scopre che il motivo di una così ridotta pigione è da ricondurre al fatto che si tratta di una dimora infestata:ogni notte appare un fantasma che turba il sonno degli inquilini,a lungo andare ne causa consunzione e morte.
Proprio per questo motivo il filosofo affitta la casa e la prima notte di permanenza incontra lo spettro:è un vecchio dalla barba bianca,avvolto in stracci,il cui manifestarsi è accompagnato da tutta quella sintomatologia che poi sarebbe divenuta canonica nelle storie di fantasmi:sensazione di gelido terrore,cigolio di porte socchiuse,rumore di catene scosse,gemiti,ululati.Lo spettro fa cenno al filosofo di seguirlo,esce nel giardino e improvvisamente scompare.
Il giorno successivo Antenodoro si rivolge alle autorità cittadine,ottiene che si scavi nel terreno dove l'apparizione era svanita e,nella buca che è stata praticata,si rinvengono le ossa di uno scheletro avvinto in ceppi.Esumati i miseri resti di chissà quale antico atto di violenza,si da loro sepoltura secondo i riti della pietà religiosa e lospettro cessa di manifestarsi.
La credenza che le larve dei morti,soprattutto le anime turpi o le vittime di violenza,tornassero a visitare i luoghi abitati in vita o quelli in cui si era consumata la loro fine,è antica quanto la speranza di una vita nell'Aldilà.
I luoghi infestati erano frequenti nell'antichità.Si diceva che la Piana di Maratona,dove i Greci in una sanguinosa battaglia fermarono gli invasori persiani,risuonasse ancora,in certe notti,del fragore delle armi,delle urla dei feriti,dello scalpitìo dei cavalli(Foscolo ne riporta la leggenda nei Sepolcri).
Tradizioni simili furono vive per tutto il Medio Evo in ogni paese d'Europa.Così come era viva la tradizione dello spettro che,inseguito da persecutori egualmente spettrali,trascorreva in eterna fuga per valli e boschi le notti di luna piena.
Boccaccio nel Decameron da vita ad una leggenda di questo genere ambientandola a Ravenna,e facendo svolgere la scena,inquietantemente,in pieno giorno.Intorno al 500 invece cominciano ad apparire le Dame Velate,sinistre abitatrici di castelli non solo inglesi,ma tedeschi,francesi,italiani,la cui visione annunciava,in genere,l'approssimarsi di un evento disgraziato.
Il Cattolicesimo aggiunse poi la tradizione delle Anime Purganti,che in certi luoghi appaiono ai vivi ammonendoli sulle sofferenze assegnate ai rèprobi nell'Aldilà.A Roma,in una chiesa sul Lungotevere,c'è addirittura un museo nel quale sono conservati i segni lasciati da queste anime in pena:macchie di sangue e tracce bruciacchiate impresse su lenzuola,legni ed altri oggetti.
La casistica di questi fenomeni è incredibilmente folta.Ugo Dettore,esperto studioso delle manifestazioni paranormali,ne tracciò una suddivisione in due grandi gruppi.
Al primo gruppo appartengono le infestazioni di tipo ripetitivo e meccanico:quelle cioè nelle quali il fenomeno ultraterreno si presenta in modo sempre uguale,a prescindere dalla presenza o meno di testimoni e senza alcun tentativo di comunicazione con i viventi.Casi del genere sono numerosi,e vengono riferiti in ogni luogo del mondo ed in ogni cultura.
Ancora più inquietanti invece sono le infestazioni del secondo gruppo:sono quelle a carattere "intelligente",tese a stabilire una forma di comunicazione tra i vivi ed i morti.
Da un caso del genere nacque la storia dello Spiritismo moderno.Fu quando ,a metà 800,le giovanissime sorelle Fox,abitanti in un cottage di campagna nello stato di New York,udirono di notte dei colpi ritmici battuti contro una parete.Il fenomeno continuava a ripetersi e,una notte,una delle ragazze ebbe l'idea di rispondere battendo a sua volta dei colpi contro il muro.Ottenne prontamente dei colpi di risposta ,e gettò così per la prima volta un ponte comunicativo fra due territori sino ad allora considerati impervi l'uno dall'altro.In seguito si scavò presso la casa e si tovarono oggetti sepolti e delle ossa:ma non si riuscì mai a stabilire se fossero ossa umane con certezza.
Un caso a parte in questa fenomenologia è rappresentato dalle suddette Dame Velate che,non si sa per quale ragione,sembrano affezionate soprattutto alle antiche dimore scozzesi.Come ho già accennato,la loro funzione pare essere principalmente quella di preannunciare eventi luttuosi.
Secondo gli studiosi di questi fenomeni sono tre le spiegazioni che si possono dare alle apparizioni o alla fenomenologia legata ad esse.
La prima ipotesi suppone che il fantasma infestante sia un defunto che non si è reso conto della propria morte,ed è convinto di essere in preda a qualche morbo invalidante o ad uno stordimento passeggero,per cui vaga nei luoghi a lui noti attendendo il momento di reinserirsi nel mondo dei vivi.
La seconda teoria dice che il fantasma sa di essere tale ma non riesce a liberarsi da vicende della propria vita,essendo legato ad esse da rimorsi,rimpianti o rancori che lo spingono a ripetere continuamente i gesti precedenti la propria fine.
Secondo la terza spiegazione ,le sindromi infestanti sarebbero una sorta di comunicazione simbolica con la quale un defunto cerca di mettersi in comunicazione con i viventi per avvertirli di qualcosa:un torto da riparare,un pericolo incombente,una morte vicina,e così via.
Soggetti di questo genere per il narratore di vicende soprannaturali costituiscono materiale letterario già preformato,e non a caso il tema della casa infestata è stato frequentato da tutti i principali autori del genere sin dagli esordi.Lo stesso romanzo gotico nasce da suggestioni di questo tipo,anche se,inizialmente.cedette all'impulso razionalista di spiegare con mezzi naturali le manifestazioni,e solo in un secondo tempo,dopo la vicenda delle sorelle Fox e la nascita dello spiritismo,si riversò in un'autentica narrativa che dava per certo l'esistenza di questi fenomeni.
A questa particolare forma letteraria appartengono alcuni capolavori assoluti,come il romanzo THE TURN OF THE SCREW di Henry James eTHE DREAMS IN THE WITCH-HOUSE di H.P.Lovecraft,da me consigliati per introdursi nella tematica.
Detto ciò vi auguro una buona nottata.

venerdì 11 febbraio 2011

Breve storia della letteratura vampirica dal 1800 ad oggi

L'anno di nascita del vampiro letterario risale ad una piovosa giornata di giugno del 1816,a villa Diodati sul lago di Ginevra.Shelley e la sua futura moglie Mary,Byron ed il suo segretario personale Polidori,per passare il tempo decisero di inventare delle storie di fantasmi.Da quella giornata uscirono fuori l'idea del Frankestein e quella de Il Vampiro,un romanzo ancora oggi poco noto (purtroppo!),il cui autore fu William Polidori,ma che,in origine(1819),fu pubblicato con la firma inconsapevole di Byron.
Goethe arrivò persino a complimentarsi con il dissoluto Lord,dicendo che quello era il miglior romanzo che avesse mai scritto.Nacque così il prototipo del vampiro bello,aristocratico,crudele e spietato,libertino ed irresistibilmente affascinante;costui è stato ritenuto a lungo come una sorta di vampirizzazione di Byron stesso poichè il suo nome,Lord Ruthwen,era lo stesso che,in un precedente romanzo,aveva attribuito proprio a Byron una sua ex amante particolarmente vendicativa.
Da questo momento in poi abbiamo numerosi esempi di vampiri in letteratura che vale la pena di citare.
La novella Vampirismus di E.T.A.Hoffman del 1828,in cui il tema del vampirismo vira piuttosto verso la necrofagia;Lord Ruthwen ed i Vampiri,di Nodier che,sotto pseudonimo,si propone di continuare le gesta del vampiro vagabondo (una sorta di Casanova vampiro);il racconto Il Vij di Gogol;La morta Innamorata di Gautier in cui ritorna ancora la figura del vampiro donna.
Tuttavia troviamo anche esplicite o accennate entità vampiriche anche in scrittori quali Poe,Dumas (padre),Tolstoj,Baudelaire e nelle opere delle due sorelle Bronte.
Si arriva così agli anni 1845-1847 in cui uscirono le 220 dispense settimanali di Varney il Vampiro,un feulletton orrorifico che,benchè concepito per un pubblico di massa,divenne presto una rarità editoriale.Varney introduce tanti degli archetipi che caratterizzeranno il vampiro della letteratura futura,molto più del Ruthwen di Polidori e,soprattutto introduce il tipo di vampiro malinconico e addolorato,forzatamente costretto alla solitudine.Oggi si tende a pensare gli autori come un gruppo di scrittori,i più importanti dei quali furono T.P. Prest e J.M. Rymer.
Nel 1872,nell'antologia "In a glass Darkly" viene pubblicata Carmilla di J.S. Le Fanu,un racconto lungo (o piuttosto un romanzo breve),che fu motivo di ispirazione per quello che doveva essere l'inizio del Dracula di Stoker,ma che fu successivamente eliminato dall'autore:L'ospite di Dracula.
Le Fanu racconta di come Laura,la figlia del barone von Reichenbach,vedrà la sua vita arricchirsi della presenza di una ragazza,Carmilla,che per fortuna o per caso si trova a voler ospitare nel suo castello.Plagiata dal carisma e dalla bellezza che questa misteriosa fanciulla emana,cercherà di indagare sul suo passato e sul chi fosse realmente.La narrazione diventa sempre più incalzante,giungendo all'azione,dissipando piano piano ogni perplessità sia di Laura che del lettore.Le Fanu dimostra una conoscenza ben chiara del folklorico vampiresco descrivendo avvenimenti che giocano con il mito popolare.La storia è stata da sempre interpretata con un certo saffismo velato,nascosto dietro l'apparente amore che intercorre tra le due giovani protagoniste.Ma "l'amore vuole i suoi sacrifici.Non c'è sacrificio senza sangue"dice Carmilla.
Da questo momento in poi il vampiro inizia il suo lento cammino verso la cima dei più gettonati soggetti letterari e troverà la sua massima espressione del Dracula di Stoker del 1897.
Nel suo capolavoro Stoker compie un'approfondita ricerca storico folklorica per creare un personaggio che doveva incarnare tutti gli stereotipi negativi dello straniero.Così,quando all'inizio del romanzo,Dracula traccia la sua genealogia,in essa Stoker inserisce Attila re degli Unni,i vichinghi giunti dall'Islanda,i Szèkely,fiera nazione ungherese a cui era dato l'incarico di difendere i confini orientali del Regno d'Uungheria,e,naturalmente,Vlad Tepes,tanto denigrato dalla pubblicistica transilvana-ungherese-sassone perchè accusato di essere un tiranno sanguinario e brutale(non è vero!).Stoker quindi stravolge l'origine etnica del Dracula valacco,storicamente esistito appunto come Vlad Tepes,e ne fa un esponente di quel "Nordicum" barbarico,"vagina gentium" dominato da popolazioni molteplici: celtiche,turche,unne,ungro-finniche,iraniche,germaniche e slave,che tanto aveva impaurirto nei secoli i popoli dell'Europa mediterranea.Per un personaggio come quello di Dracula nessuna regione d'Europa poteva meglio adattarsi che la Transilvania,terra che fino alle pulizie etniche del XX secolo era un crogiuolo inestricabile di nazioni,religioni,popoli e credenze provenienti da tutti gli angoli del continente europeo e asiatico.Sul substrato storico e ambientale transilvano si innestano quindi molto bene gli elementi folklorici usati da Stoker,e sono molti poichè,come sappiamo,il vampiro è vecchio come il mondo,e le leggende che lo riguardano sono antiche e terribili,alimentate dalla superstizione e dall'ignoranza (e se fosse tutto vero?).L'innesto principale è comunque sulla figura storica del principe Vlad III di Valacchia( 2 novembre 1431-dicembre 1476),che governava la regione immediatamente a sud della Transilvania,la Valacchia appunto,zona di confine tra le terre della Corona di Santo Stefano e l'impero Ottomano.Vlad III era figlio di Vlad II,il quale fu investito dell'Ordine del Dragone da Sigismondo di Lussemburgo,re d'Ungheria e imperatore,da questo derivò l'appellativo di suo figlio Draculea:figlio del dragone( il termine drac stà a significare però anche demonio,pertanto Draculea può anche essere tradotto come figlio del demonio ).La figura di Vlad III,vissuto in un'epoca e in condizioni non certo facili,ha ereditato un'aura storica tutt'altro che lusinghiera,essendo divenuto famoso come il despota sanguinario Vlad Tepes,ovvero Vlad l'impalatore.Furono soprattutto i Transilvani,ed in particolare i Sassoni,a ritrarre e diffondere un'immagine del despota particolarmente macabra,a causa dei suoi ripetuti attacchi alle ricche città transilvane e alla sua instabilità nel rispettare le alleanze con il re ungherese( che lo tenne prigioniero per dieci anni nei pressi di Budapest,a Visegràd ).Inoltre,secondo le cronache dell'epoca,il supplizio che preferenzialmente infliggeva ai nemici era quello dell'impalatura,a cui si dilettava di assistere mentre banchettava.La storia,come moltre altre storie di molti autori,nasce da un incubo che Stoker ebbe dopo una scorpacciata di gamberi fatta in compagnia dello storico e amico ungherese Armin Vàmbéry,che lo guidò e lo aiutò durante la stesura,soprattutto nella descrizione dei luoghi,uno dei punti di forza del romanzo.La storia si svolge come raccolta di selezioni dai diari e dalle lettere dei protagonisti: l'obiettivo era certamente quello di dare una parvenza di realtà alle vicende fantastiche che stava raccontando.Il personaggio del conte Dracula è rimasto popolare negli anni,anzi,accrescendo la sua fama ed il suo fascino nel tempo,dando così vita ad un elevato numero di film:160 approssimativamente,ma circa 650 le pellicole che includono riferimenti a Dracula.Inoltre la sua figura è stata ripresa o citata da numerosissimi autori in un numero pressochè incalcolabile di opere di fantasia.
Dunque,da 100 anni a questa parte la letteratura (purtroppo solo quella riconosciuta come erroneamente minore) pullula di succhiatori di sangue.Mi sembra giusto citare alcuni autori che hanno prodotto opere considerevolmente pregiate ed interessanti sul tema qui proposto.
Iniziamo da Stephen King con lo splendido romanzo Le notti di Salem,del 1975.In una prefazione del libro scritta del 1999,King discute dell'importanza di Dracula e formula una teoria secondo la quale Il Signore degli Anelli sia molto simile al Dracula di Stoker,con Frodo nel ruolo di Jonathan Harker,Gandalf per Abraham Van Helsing e Sauron per il conte.Al di là di questo il romanzo è nel tipico stile del Re del Brivido e ipnotizza il lettore proiettandolo al centro della scena.Inoltre il romanzo trova una sua appendice nel racconto Il bicchiere della Staffa che compare nella raccolta A Volte Ritornano.
Le Cronache dei Vampiri è una serie di romanzi horror della scrittrice statunitense Anne Rice avente come protagonisti appunto i vampiri. "Creature splendide,dal sesso incerto,come quello degli angeli,ma decisamente più interessante"(Anne Rice).Il protagonista è Lestat de Lioncourt,un nobile francese diventato vampiro nel XVIII secolo:le sue vicende si intrecciano con quelle di altri che,prima dopo di lui,hanno ricevuto "il dono oscuro".Le cronache hanno guadagnato una grande popolarità col il primo libro Intervista col Vampiro.Ogni libro si concentra in particolare sulla figura di un vampiro e spesso si riferisce ai fatti avvenuti nei libri precedenti.Questi romanzi hanno un'importanza prevalentemente narrativo-descrittiva e un forte stile riflessivo:si da ampio spazio ai sentimenti ed alle relazioni tra vampiri,creature che sono in grado di amare come e più di ogni altro uomo.I vampiri talvolta diventano degli attenti osservatori che,al di fuori del tempo,analizzano il susseguirsi delle epoche.Grazie alla sua abilità narrativa la Rice riesce ad inserire i suoi vampiri nel mondo odierno in maniera del tutto verosimile.
Nel 1992 Kim Newman pubblica Anno Dracula,primo romanzo di una serie che mescola vampiri,storia alternativa e personaggi storici e letterari dei XIX secolo,a cui seguono due romanzi,ambientati l'uno durante la prima guerra mondiale( Il Barone Sanguinario),l'altro negli anni cinquanta( Dracula Cha Cha Cha),e svariati racconti.
Il ciclo del Potere del sangue di Nancy Kilpatrick,a causa della presenza di alcuni elementi non propriamente "leggeri",risulta essere una serie abbastanza controversa.Il primo romanzo,La notte dei Vampiri non è di facile digestione:chi cerca storie romantiche si trova a dover fare i conti con scene di sottomissione ed abiezione,sia in ambito sessuale che psicologico.Negli altri invece si vira verso un'impostazione passionale e poetica decisamente più accettabile da chi è più impressionabile.Tuttavia la serie risulta estremamente fruibile ed affascinante per i cultori del genere.
Colleen Gleason è invece l'autrice di una fortunata serie di libri aventi per protagonista una cacciatrice di vampiri,Victoria Gardella.Oltre all'affascinante cornice ottocentesca di un'Inghilterra trine e merletti,l'autrice ci presenta figure affascinanti ed enigmatiche che non possono lasciare indifferenti anche i lettori più scettici (in particolare le lettrici!).
L'elenco di autori potrebbe continuare all'infinito,ma ciò che è evidente è la consapevolezza e l'evidenza che la figura del vampiro,la sua leggenda,il timore ed il fascino che emana il non morto non ha mai avuto fine.Dunque,mi pare evidente che i vampiri "sono tra noi":buona caccia a tutti.